Tragedia in tre atti su libretto di Gabriele D’Annunzio.Choeur de la Radio Lettone, Choeur d’enfants Opéra Junior, Orchestre National de Montpellier Languedoc-Roussillon, Enrique Mazzola (direttore),Hasmik Papian (Fedra), Gustavo Porta (Ippolito), Chang Han Lim (Teseo), Christine Knorren (Etra), Martin Tzonev (L’Auriga ), Eurito d’Ilaco (II Messo), Mihaela Binder-Ungureanu (La Schiava Tebana), Tomislav Lucic (Il Mercate Fenicio).
Registrazione live, Montpellier 16 luglio 2008. 2 Cd 4803437 Accord
“Distesa è sul giaciglio Fedra coi piedi senza sandali, consunta dal male insonne, poggiata il cubito su i velli ferini e nella palma la gota smorta”. Così, all’inizio dell’atto secondo, ci viene descritta Fedra da Gabriele D’Annunzio che collaborò con Ildebrando Pizzetti alla prima opera per teatro del compositore parmigiano. Un testo denso e ricco, intriso di preziosismi che sollecitò svariati tagli per aspirare alla stringatezza ambita da Pizzetti. Lodevole, al solito, l’iniziativa del Festival de Radio France et Montpellier Languedoc – Roussillon nel riproporre questa bellissima pagina del ‘900 Italiano, nonostante un cast in larga parte deficitario. A partire dalla protagonista, Hasmik Papian, dalla vocalità lirico-leggera e non sempre a fuoco nell’intonazione, ad onta di una scrittura fortemente centrale quale richiesta per Fedra (il colloquio con la schiava Tebana è condotto da due cantanti dalla vocalità pressoché sovrapponibile); mancano inoltre l’intelligenza interpretativa di un testo forse non pienamente compreso, il gusto declamatorio della parola lavorata al bulino e, prima ancora, una dizione scandita che non comporti intere parole rimasticate. Gustavo Porta, quale di Ippolito,si colloca su un piano superiore, nonostante un timbro di non particolare fascino, per intenzioni musicali e sforzi interpretativi. Senza particolari punte di eccellenza, si impongono l’Auriga e il Messo di Martin Tzonev, l’Etra di Christine Knorren (invero apprezzabile nel lamento per la morte d’Ippolito) e il Teseo di Chang Han Lim. Il prezioso ordito della partitura è valorizzato dalla bellissima conduzione di Enrique Mazzola. “Fedra indimenticabile” recita l’ultima battuta di Fedra: ce lo auguriamo anche noi, magari in un futuro non troppo lontano.