Festival Verdi 2010:”Il Trovatore”

Parma, Teatro Regio, Festival Verdi 2010
“Il TROVATORE”
Dramma in quattro parti di Salvadore Cammarano,
dal dramma El Trovador di Antonio García-Gutiérrez
Musica di Giuseppe Verdi
Il Conte di Luna CLAUDIO SGURA
Leonora TERESA ROMANO
Azucena MZIA NIORADZE / IRINA MISHURA
Manrico MARCELO ALVAREZ / FRANCESCO HONG
Ferrando DEYAN VATCHKOV
Inez CRISTINA GIANNELLI
Ruiz ROBERTO IACHINI VIRGILI
Un vecchio zingaro ENRICO RINALDO
Un messo SEUNG HWA PAEK
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Parma
Direttore Yuri  Temirkanov
Maestro del Coro Martino Faggiani
Regia Lorenzo Mariani
Scene e costumi William Orlandi
Luci Christian Pinaud
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
in coproduzione con il Teatro la Fenice di Venezia
Parma 5 e 28 ottobre 2010
Il Trovatore è tornato ad inaugurare il Festival Verdi dopo l’ultima edizione del 2006. Una produzione che, questa volta, è proceduta incerta, stentando a trovare una propria specificità a seguito di una prima turbolenta e i successivi cambiamenti in cartellone.Piuttosto tradizionale la regia di Lorenzo Mariani che all’occorrenza sa ben gestire i cantanti sulle scene create da William Orlandi. Giganteggia la luna su un fondale nero: le masse agiscono su un terreno spoglio, di tonalità argentea, al quale vengono aggiunti elementi a seconda dell’azione in atto; un grande arazzo è ora mosso a nascondere i cambi in scena. I costumi caratterizzano i “castellani” in toni blu, rosso gli zingari.
Marcelo Álvarez si conferma nuovamente Manrico appassionato, generoso nel canto e spavaldo fraseggiatore; ci è parso tuttavia un po’ in affanno e maggiormente appannato, soprattutto nel settore acuto, rispetto a precedenti occasioni. Francesco Hong può contare su un materiale vocale di consistenza meno sontuosa, la cui modulazione risulta talora monotona; si impone tuttavia per squillo e per slancio vocale.
L’indisposta Norma Fantini viene sostituita da Teresa Romano. Il giovane soprano può vantare un materiale di pregevole grana nella zona centrale ancorché di volume non imponente; purtroppo, la voce viene mal gestita sul passaggio, esibendo già dai primi acuti suoni ora fissi e bianchi, ora incrinati. Peccato, perché invitata a cantare piano la voce ben risponde. Le va senz’altro riconosciuta, col progredire delle recite, una famigliarità vieppiù maggiore con il ruolo che tuttavia ci sembra distante dalla sua corda.
Il mezzosoprano Georgiano Mzia Nioradze, subentrata repentinamente a Marianna Tarasova, presenta un’emissione piuttosto ovattata e gravi cedevoli: è però interprete misurata, rifugge da facili esuberanze puntando sul lato spiccatamente materno di Azucena. Di contro, l’Azucena di Irina Mishura propende per una visione di trasognata vendicatrice: rispetto alla collega, ricorre sovente ad affondi di petto e frastaglia il canto con vezzi di impronta “verista”.
Claudio Sgura è un Conte di Luna suadente, efficace in scena, spiccatamente belcantista, vivamente applaudito al termine dell’aria “Il balen del suo sorriso”. Ferrando è il basso Deyan Vatchkov, di volume piuttosto limitato ma corretto e funzionale. Discreti l’Ines di Cristina Giannelli e il Ruiz di Roberto Jachini Virgili. Buona la prova del coro diretto da Martino Faggiani che in questo titolo sembra trovare il proprio terreno d’elezione (splendida senza riserve la compagine femminile all’accompagnamento di Leonora al convento).
Piuttosto alterna la direzione di Yuri Temirkanov la cui concertazione ben principia, individuando una pregnante atmosfera notturna; tuttavia la scelta dei tempi è risultata spesso sfavorevole per i cantanti, producendosi in frequenti discrasie fra buca e palco. Calorosi applausi per la compagnia di canto e direttore.
Foto Roberto Ricci – Teatro Regio di Parma