“La Traviata” al Teatro Comunale di Bologna.

Bologna, Teatro Comunale, Stagione Lirica 2010
“LA TRAVIATA”

Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave, dal romanzo La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio.
Musica di Giuseppe Verdi
Violetta Valéry ANNAMARIA DELL’OSTE
Flora Bervoix GIUSEPPINA BRIDELLI
Annina SILVIA CALZAVARA
Alfredo Germont DANILO FORMAGGIA
Giorgio Germont SERGIO BOLOGNA
Gastone de Letorieres FRANCESCO BRITO
Barone Douphol MATTIA CAMPETTI
Marchese D’Obigny DAVIDE BARTOLUCCI
Dottor Grenvil MASASHI MORI
Giuseppe UGO ROSATI
Un commissionario RAFFAELE COSTANTINI
Un domestico di Flora MAURO MARCHETTO
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Michele Mariotti
Maestro del Coro Paolo Vero
Regia Alfonso Antoniozzi
Scene Paolo Giacchero
Costumi Claudia Pernigotti
Luci Andrea Oliva
Nuovo allestimento del Teatro Comunale di Bologna
Bologna, 24 ottobre 2010
Con un omaggio  garbato a certa sophisticated comedy degli anni ’60 prende inizio la nuova produzione de La traviata a Bologna che vede la regia di Alfonso Antoniozzi e le scene di Paolo Giacchero. Principia per l’appunto in uno dei tipici cocktail party la storia di questa Violetta, fasciata in un abito turchese e dalla chioma à la Gilda. Uno smacco ai colori e al dinamismo dell’atto primo è l’ambientazione del secondo: tipico ambiente borghese dai toni blu con pochissimi oggetti in scena. La festa a casa di Flora è contrassegnata da un dualismo cromatico che prevede l’utilizzo del bianco e del nero per l’ambiente, costellato di vari tavoli da gioco, il rosso e il nero per i costumi. Pressoché atemporale la morte della protagonista: una soffocante spazialità è suggerita da quella che sembrerebbe un’enorme finestra a persiana mobile sul lato destro del palcoscenico in una scena totalmente vuota. Una controfigura poi, sempre di schiena, compartecipa degli spasmi di Violetta. Pregevoli, specie quelli vivacissimi dell’atto primo, i costumi di Claudia Pernigotti.
Annamaria Dell’Oste
possiede un timbro che suona piuttosto gutturale al centro mentre è abbastanza estesa in acuto, sempre sonora, con discrete agilità: inizia un po’ in sordina forsanche intimorita da una parte non propriamente nella sua corda. E’ però interprete genuina, fraseggiatrice accorta, abbastanza disinvolta sulla scena anche se nella fattispecie non sorretta da una regia che la vorrebbe troppo “diva”. Coinvolgente in modo schietto nella scena della lettera. Sergio Bologna avrebbe anche discreti mezzi se non puntasse costantemente su una fonazione macchinosa, a scapito anche della stessa dizione, e su un fraseggio piuttosto manierato: per lui, grandissimo successo personale alle singole. Preferiamo non soffermarci sulla prova del tenore Danilo Formaggia quale Alfredo, giunto in sostituzione del previsto Fernando Portari. Del rimanente cast, si segnalano le belle prove di Silvia Calzavara quale Annina  e Francisco Brito, Gastone. Eccellente la prova del coro. La direzione di Michele Mariotti regala un magnifico preludio ed un altrettanto magnifico terz’atto: peccato che per il resto sembri adagiarsi in un status di soporifero autocompiacimento. Grande successo per l’intera compagnia.
Foto Rocco Casaluci