Boston, Massachusets USA, Cutler Majestic Theatre
“FIDELIO”
Opera in due atti su libretto di Joseph Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke,
da Léonore di Jean-Nicholas Boully.
Musica di Ludwig van Beethoven
Leonore CHRISTINE GOERKE
Florestan MICHAEL HENDRICK
Don Pizarro SCOTT BEARDEN
Rocco ANDREW FUNK
Marzelline MEREDITH HANSEN
Don Fernando ROBERTO HONEYSUCKER
Jaquino JASON FERRANTE
Coro e Orchestra dell’Opera di Boston
Direttore Gil Rose
Regia, scene, costumi Thaddeus Strassberger
Boston, 22 Ottobre 2010
L’Opera Boston ha messo in scena una nuova produzione della sola opera composta da Beethoven, Fidelio. A primo impatto, l’idea del regista Thaddeus Strassberger di ambientare quest’opera nella Spagna dell’Inquisizione, in cui si fondono repressione politca, salvataggio eroico e alto significato di libertà, poteva essere interessante. Ma la produzione ha vanificato la distinzione fra oppressione politica e religiosa, e i tocchi gratuiti di sadismo di Strassberger hanno trasformato l’idealismo di Beethoven in qualcosa di letteralmente repellente. Perché non si è attenuto all’idea del compositore? Quasi tutti i momenti musicali importanti sono stati “infarciti” da elementi estranei, del tutto irrilevanti e atti solo a mettere in difficoltà la concentrazione della musica. Nonostante l’uso della lingua inglese per i dialoghi parlati, il regista, anche in questo caso, non si è affidato alla traccia originale del libretto.
La messinscena, a più riprese, ha messo in difficoltà un cast, per altro composto da validi cantanti, capaci di affrontare molte delle sfide vocali estreme lanciate dalla musica di Beethoven. Una volta che il soprano Christine Goerke si è lasciata alle spalle la difficile sezione lenta di “Abscheulicher!”, ha cantato con precisione e voce potente e presenza scenica toccante. La voce del tenore Michael Hendrick dopo qualche piccolo incidente di percorso, è stato un più che convincente, anzi ammirevole, Florestan. Il basso Andrew Funk ha messo in luce sensibilità e una morbidezza di emissione che esprimono compiutamente i tratti fondamentali di Rocco: cordialità, affettuosità, umanità, mentre il baritono Scott Bearden si è ben calato nei panni del crudele Don Pizarro. Il tenore Jason Ferrante e il soprano Meredith Hansen si sono rivelati due brillanti Jaquino e Marzelline. Nei panni di Don Fernando, infine, il baritono Robert Honeysucker ha sfoggiato un canto nobile e vibrante. Prestazione superba per il Coro: l’esecuzione in “pianissimo” del Coro dei Prigionieri è stata la scena più commovente di questa produzione. Gil Rose ha diretto con con una certa drammaticità, ma ha difettato in equilibrio, profondità, calore. La bella “ouverture” è stata quanto mai banale. Dopo aver sperato che la musica dovesse essere l’elemento principale di un allestimento d’opera, ancora una volta devo affermare di essermi sbagliato.
Foto Clive Grainger