Operafestival – Abbazia di San Galgano, Chiusdino (SI)
“CARMINA BURANA”
Cantiones profanae per soli, coro e strumenti dai Codex Latinus Monacensis
Musica di Carl Orff
(versione per 2 pianoforti e percussioni)
Soprano SCILLA CRISTIANO
Controtenore NICOLA MARCHESINI
Baritono NICOLO’ AYROLDI
Coro di voci bianche e Coro dell’Opera Festival
direttore M° Maurizio Preziosi
Pianoforti: Claudia Gori, Viviana Apicella
Percussioni: Luca Marino, Federico Poli, Giorgio Ribechini, Fabio Rogai.
Timpani: Vittorio Ferrari
Chiusdino, 6 agosto 2010
Nella suggestiva cornice dell’Abbazia di San Galgano si è ripetuto quello che è ormai un appuntamento molto amato della programmazione di Operafestival: l’esecuzione en plein air dei notissimi ” Carmina Burana” di C. Orff. I Carmina Burana sono uno dei più importanti documenti poetici e musicali del Medioevo, raccolti nel Codex Latinus Monacenis. Il termine Carmina Burana fu introdotto dallo studioso Johannes Andreas Schmeller nel 1847 in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. I testi originali sono inframmezzati da notazioni morali e didattiche, come si usava nel primo Medioevo, e la varietà degli argomenti (specialmente religioso e amoroso ma anche profano e licenzioso) e delle lingue adottate, riassume le vicende degli autori, i clerici vagantes altrimenti detti goliardi che usavano spostarsi tra le varie nascenti università europee assimilandone lo spirito più concreto e terreno. Tutte le liriche erano destinate al canto ma gli scrivani del tempo non riportarono sempre la notazione musicale anche se un gran numero furono ricavabili da altri manoscritti. Nulla però si sapeva sugli strumenti da impiegare, il che lasciò spazio ad una notevole libertà interpretativa.
Quest’opera quindi è diventata quello che tutti sappiamo grazie al lavoro minuzioso realizzato da Carl Orff nel 1937 che non si attenne alle indicazioni contenute nel codice e reinterpretò la musica di allora, appoggiandosi su questi testi medievali in parte modificati, alla ricerca di una sonorità che “sembrasse” il più medievale possibile. Un’opera prettamente “di finzione” dunque ma che non toglie nulla al valore artistico di un capolavoro senza tempo, che ha riscosso e continua a riscuotere ancora oggi un successo travolgente.Lodevole la direzione di Maurizio Preziosi, bene assecondato dagi strumentisti e dal Coro dell’OperaFestival con l’ausilio delle Voci Bianche, che ha saputo perfettamente fondere gli elementi di ironia, gravità buffonesca, gioia di vivere e lirismo che caratterizzano la partitura. Le parti solistiche hanno visto il baritono Nicolò Ayroldi, che ha cantato con voce educata e ben emessa, anche se limitata nel volume. Il soprano Scilla Cristiano, oltre a sfoggiare un timbro luminoso e molto espressivo, è stata un’interprete languida e voluttuosa. Infine, il controtenore Nicola Marchesini che, nel suo unico brano “Olim lacus colueram”, ha messo in luce una voce calda, omogenea e pastosa e ha dato la giusta dimensione di grottesca malinconia al suo brano. Pubblico infreddolito dal clima decisamente poco estivo, ma caloroso nel tributare il successo della serata. Foto di Gianfranco Bernardo