Cooperstown, Glimmerglass Opera Festival 2010:”Tolomeo, re d’Egitto”

Alice Busch Opera Theatre
“TOLOMEO, RE D’EGITTO”
Dramma per musica in tre atti su libretto di Nicola Francesco Haym, da Tolomeo e Alessandro (1711)
di Carlo Sigismondo Capece.
Musica di George Frideric Handel
Tolomeo ANTHONY ROTH COSTANZO
Seleuce JOELLE HARVEY
Elisa JULIE BOULIANNE
Alessandro KAREN MUSHEGAIN
Araspe STEVEN LA BRIE
Orchestra Glimmerglass Opera
Direttore Christian Curnyn
Regia Chas Rader-Shieber
Scene Donald Eastman
Costumi Andrea Hood
Luci Robert Wierzel
Cooperstown, NY 18 luglio 2010.
Tolomeo andata in scena  per la prima volta il 30 aprile 1729 al King’s Theatre di Londra, con un quartetto di “stars” dell’epoca: il Senesino (Tolomeo), Francesca Cuzzoni (Seleuce), Faustina Bordini (Elisa), Giuseppe Maria Boschi (Araspe)rappresenta un lavoro piuttosto anomalo nella produzione handeliana.  Come afferma Paul Henry Lang.” E’ una strana opera, assolutamente non drammatica ed episodica, manca di recitativi ed è praticamente una vera e propria  opera ad arie sul genere delle vecchie opere di Scarlatti. Molte arie sono bellissime…belle scene elegiache e pastorali, tuttavia nel complesso è soltanto una raccolta di gradevoli pezzi da concerto.”:
Aldilà di questo giudizio, che si può o no condividere,  in questa opera dove il valore delle arie è comunque  primario,  sono fondamentali gli interpreti e  possiamo dire che  nella produzione del Gimmerglass Opera Festival,  si sono viste e sentite  tre sensazionali prestazioni come quella della soprano-mezzosoprano canadese Julie Boulianne come  Elisa, quella del controtenore statunitense Anthony Roth Costanzo come Tolomeo e del soprano statunitentense  Joélle Harvey. La  Boulianne, in particolare,  canta e recita con grande disinvoltura. La sua voce, dotata di un centro corposo, sicura e brillante  nel registro acuto, agguerrita nelle agilità e in grado di cantare con la medesima  intensità ed espressività sia nelle arie più liriche come  in quelle più scopertamente virtuosostiche. Una cantante perfettamente adeguata alla vocalità del ruolo.
E’ noto come la struttura delle opere di Handel e del Barocco in genere, altro non è se non un alternarsi di numeri chiusi, composti di recitativi e arie.  Una sequenza che può  sembrare interminabile e di poco interesse teatrale.   Il regista Chas Rader-Shieber per cercare di uscire da questa situazione ha pensato di raffigurare visivamente quelle che sono le situazioni espresse nelle arie che, molto spesso sono “figurate”, si servono cioè di elementi della natura per esprimere lo stato d’animo del personaggio.  Si sono così visti  stagni con pesci nelle arie dove era presente l’elemento dell’acqua o dei ventilatori quando si fa cenno a “zefiri”, “brezze” o “venti.”  Il regista ha fatto agire tre figure di  domestici che  agiscono sugli elementi della scena, cambiandone gli elementi, intervenendo anche sui personaggi, togliendo loro la parrucca o  accessori degli abiti. Questi , creati da Andrea Hood sono quanto mai eccentrici ed eclettici per epoche e stile: Tolomeo combina a un cappotto del XVIII secolo, o  Elisa  che indossa un abito  “très chic” in tulle. Un allestimento che ha corso il rischio di eccedere in  simbolismo e metafore, ma comunque efficace e vivace, così come lo è stata la direzione d’orchestra di  Christian Curnyn. Foto Claire McAdams/Glimmerglass Opera.