È morto il 2 giugno 2010 alle 17,30 nella sua casa di Roma il baritono Giuseppe Taddei. Il 26 giugno avrebbe compiuto 94 anni. Genovese, Taddei debutto all’età di 18 anni all’Opera di Roma nel 1936 nel ruolo dell’Araldo nel Lohengrin di Richard Wagner diretto da Arturo Toscanini. Da allora la sua carriera fu rapida e brillante fino a diventare uno dei più grandi baritoni della sua generazione. Durante la guerra, non avendo optato per la Repubblica di Salò, Taddei viene deportato in un campo di concentramento in Germania. Lo scoprono alcuni melomani tedeschi e per lui è la salvezza. Gli è permesso così di girare per i «Lager» per cantare per i prigionieri di ogni nazionalità fino a quando entra, alla fine della Guerra, nella squadra degli artisti che lo «Special Service» americano utilizza al fine di organizzare spettacoli per le truppe alleate. Capita così a Salisburgo, dove conosce Von Karajan, con il quale inizia una lunga e proficua collaborazione. Ha lavorato con tutti i più grandi cantanti e direttori d’orchestra, da Serafin a Karajan, fino a Zubin Mehta e Claudio Abbado, con il quale esegue a Vienna nel 1991 un memorabile «Simon Boccanegra» all’età di 75 anni. Nel 1951 a Città del Messico si esibisce insieme a Maria in Aida e Traviata. Nel 1953 è a Roma nell’opera Lucia di Lammermoor, nel 1955 alla Scala con l’Andrea Chenier e per la loro ultima collaborazione a Dallas nel 1958 in Traviata, con la regia di Franco Zeffirelli.