Badisches Staatstheater di Karlsruhe:”Euryanthe”

Stagione di Opera e Balletto, 2009- 2010
EURYANTHE”
Grande opera eroico-romantica in tre atti su libretto di Helmine von Chézy, dal romanzo medievale  L’histoire de très noble et chevalereux prince Gérard, comte de Nevers, et de la très virtueuse et très chaste princesse Euriant de Savoye, sa mye.
Musica di Carl Maria von Weber
König Ludwig VI LUKAS SCHMIDT
Adolar BERNHARD BERCHTOLD
Euryanthe EDITH HALLER
Lysiart ARMIN KOLARCZYK
Eglantine CHRISTINE LIBOR
Bertha ÖZGECAN GENCER
Rudolph BRIAN-MICHAEL FISCHER
Emma TINA EBERHARDT
Coro dello  Staatstheaters di Karlsruhe  e Orchestra Badische Staatskapelle
Direttore Cristoph Gedschold
Regia e scene di Roland Aeschlimann
Costumi di Andrea Schmidt-Futterer
Luci Gerd Meier
Karlsruhe, 29 maggio 2010

Esistono opere il cui valore è inversamente proporzionale alla frequenza con cui vengono allestite. Uno dei casi più evidenti è costituito da Euryanthe, splendida partitura composta da Carl Maria von Weber nel 1823 su un libretto di Wilhelmine Christiane von Chézy, scrittrice e poetessa autrice, tra le altre cose, anche della commedia “Rosamunde, Fürstin von Zypern”, per la quale Schubert scrisse le bellissime musiche di scena.
Di solito si attribuisce al libretto la colpa della scarsa circolazione di quest´opera e in effetti la storia  soffre di innegabili debolezze dal punto di vista drammaturgico. Il punto di partenza, la scommessa tra i due nobili sulla fedeltà della donna, presenta qualche analogia con il “Così fan tutte”, ma poi la storia presenta un trattamento assai diverso, con la contrapposizione tra la coppia positiva, composta da Euryanthe e Adolar, e quella negativa formata da Eglantine e Lysiart, una situazione che sarà presa a modello da Wagner nel libretto del Lohengrin.Ma le debolezze del libretto sono riscattate dalla qualità stupefacente della musica. Le arie di Euryanthe ed Eglantine, il duetto della vendetta (che Wagner prese a modello per la scena tra Oltrud e Telramund), la serenata di Adolar e le splendide pagine corali, oltre alla celebre Ouverture, vanno annoverate tra gli esiti più alti della produzione weberiana e di tutto l´Ottocento tedesco.
Era da moltissimo tempo che aspettavo l´opportunità di vedere quest´opera sulla scena, e l´ho avuta finalmente nei giorni scorsi al Badisches Staatstheater di Kalrsruhe, un teatro dalla programmazione molto seria e assai  interessante dal punto di vista qualitativo. Ed è stata una produzione che ha messo pienamente in risalto la bellezza di quest´opera affascinante. Merito innanzi tutto dell´elegante messinscena firmata da Roland Aeschlimann, regista svizzero autore di spettacoli fortunati come il Tristan und Isolde a Glyndebourne e la scenografia dei Meistersinger allestiti da Nikolaus Lehnhoff all´Opernhaus Zürich. Costumi intonati all´epoca, un impianto fisso semplice e lineare valorizzato da riusciti giochi di luce, una recitazione efficace e senza eccessi da Regietheater. Uno spettacolo con una sua logica e un suo stile, una volta tanto destinato a servire l´opera e non a forzarne la drammaturgia.
La scrittura vocale delle parti principali presenta diverse difficoltá, affrontate e risolte al meglio, in questa produzione, da una compagnia di canto molto omogenea e assai efficace. Il soprano austriaco Edith Haller, uno degli elementi di punta dell´ensemble di Karlsruhe e cantante di prestigio internazionale (da diverso tempo collabora regolarmente con il festival di Bayreuth, dove nel prossimo agosto sarà Sieglinde) ha cantato assai bene nel ruolo della protagonista, con un fraseggio incisivo e una buona sicurezza nei passi virtuosistici. Christiane Libor, voce ampia e squillante, è stata un´Eglantine incisiva e penetrante dal punto di vista della caratterizzazione drammatica. Il tenore Bernhard Berchtold ha reso in modo felice il ruolo di Adolar, con una voce di buona espansione e incisività, e il baritono italo-tedesco Armin Kolarczyk è stato un Lysiart elegante e di ottimo spessore drammatico. Molto buono anche il basso Lukas Schmid nei panni del re Ludwig.
Il giovane Cristoph Gedschold, nativo di Leipzig e primo Kapellmeister del Badische Staatstheater, ha diretto con incisiva efficacia, equilibrio e ottimo respiro melodico. Eccellente la prestazione di orchestra e coro.
In complesso, uno spettacolo da annoverare tra le più belle produzioni viste quest´anno sulle scene tedesche, salutato da un trionfale successo di pubblico.