Georg Friedrich Händel (1685 – 1759) Handel. Sandrine Piau (soprano), Sara Mingardo (contralto ), Concerto Italiano, Rinaldo Alessandrini (direzione). Arie e duetti da “Poro, re delle Indie” (Ouverture, Duetto «Caro! Dolce! Amico amplesso»; “Orlando” (Recitativo [III, 8]; Duetto «Finchè prendi ancora il sangue»); “Radamisto” (Recitativo [II, 13]; Duetto «Se teco vive il cor»); Flavio, re dei Longobardi (Recitativo [II, 11]; Aria «Ma chi punir desio»); “Tamerlano” (Recitativo [II, 8]; Aria «Piu di una tigre altero»; Duetto «Vivo in te»); Ezio (Recitativo [III, 12]; Aria «Ah! Non son io che parlo»); “Rinaldo” (Recitativo [I, 6]; Duetto «Scherzano sul tuo volto»); “Alessandro” (Ouverture; Recitativo [I, 6]; Aria «Non, piu soffrir non voglio»; Recitativo [I, 9]; Aria «Da un breve riposo»); “Amadigi di Gaula” (Ouverture; Recitativo [II, 5]; Aria «Pena tiranna»); “Ottone, re di Germania” (Recitativo [III, 9]; Duetto «A’ teneri affetti»).
L’opera seria barocca ha come fulcro espressivo l’aria, perché più conscona ad esprimere i cosiddetti “affetti” e a far risaltare l’abilità virtuosistica dell’interprete. Ma Handel scrisse anche degli splendidi duetti, pagine di grande espressività, meno condizionate da aspetti virtuosistici. Il timbro luminoso di Sandrine Piau e quello morbidamente vellutato di Sara Mingardo, bene assecondate da Rinaldo Alessandrini, ci offrono una sbella selezione di duetti da Poro, Radamisto, Tamerlano, Ottone, Rinaldo o Orlando. Le voci delle due canti si fondono mirabilmente, soprattutto nei momenti dal carattere più marcatamente malinconico. Nelle arie solistiche emerge soprattutto la Piau, più brillante e fantasiosa rispetto alla Mingardo, ottima fraseggiatrice, ma non certo dotata di un virtuosismo “naturale”. Personalmente, come ho avuto modo di dire, la trovo più adatta al repertorio seicentesco, Monteverdi in particolare.