Teatro Alla Scala di Milano – Stagione d’Opera e Balletto 2009/2010
“RIGOLETTO”
Melodramma in tre atti. Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
Edizione critica a cura di M.Chusid, University of Chicago Press
Il Duca di Mantova STEFANO SECCO
Rigoletto LEO NUCCI
Gilda ELENA MOSUC
Sparafucile MARCO SPOTTI
Maddalena MARIANA PENTCHEVA
Giovanna SOFIO JANELIDZE
Monterone ERNESTO PANNARIELLO
Marullo MARCO CAMASTRA
Matteo Borsa LUCA CASALIN
Conte di Ceprano FRANCESCO MUSINU
Contessa di Ceprano NICOLETTA ZANINI
Usciere FILIPPO POLINELLI
Paggio SHI YOUNG JUNG
Con la partecipazione del Corpo Ballo del Teatro alla Scala.
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala (M.o del coro: Bruno Casoni)
Direttore James Conlon
Regia e di Gilbert Deflò
(ripresa da Lorenza Cantini)
Scene di Ezio Frigerio
Costumi di Franca Squarciapino
Allestimento del Teatro alla Scala 1994
Milano, 27 gennaio 2010
Il Teatro Alla Scala propone come secondo titolo di stagione Rigoletto di Giuseppe Verdi, una ripresa dello spettacolo del 1994, diretto da Riccardo Muti, nel bellissimo e sontuoso allestimento firmato da Gilbert Deflo tutto giocato su luce e colore, dando il giusto spessore drammatico ai personaggi ed evidenziando ciò che di vivo e attuale rappresenta l’opera. Fondamentale l’apporto visivo di Ezio Frigerio e Franca Squarciapino per le scene e costumi. James Conlon è direttore di alta professionalità, e anche in questa occasione ha dimostrato una lettura pulita, nitida, ma anche focosa e altamente teatrale. Eccellente narratore, nonché accompagnatore misurato nei tempi e maestro nei colori , coadiuvato dall’eccellente orchestra della Scala. Leo Nucci torna nei panni del personaggio che lo hanno reso famoso internazionalmente e del quale è stato uno dei più autorevoli interpreti. Purtroppo il tempo passa inesorabile, e oggi pur trovandoci di fronte ad un artista sommo non possiamo non registrarne l’inevitabile logoramento vocale il che va a intataccare la sua resa solo se paragonato a se stesso. Non sono mancate le zampate del vecchio leone, soprattutto nella grande aria del secondo atto e nel gesto scenico del quale è maestro. Resta tuttavia un interprete di alta statura, mai sopra le righe. Gilda di grande spessore quella delineata da Elena Mosuc, la migliore del cast, voce particolarmente soggiogante e robusta, capace di spaziare nella zona acuta e nel virtuosismo con estrema facilità. Tallone d’Achille della locandina era il Duca di Stefano Secco. La voce è bella e seducente, ma dall’estensione limitata e insicura tecnicamente. Il risultato è approssimativo, se non imbarazzante, e la sua prestazione è stata salutata da un imbarazzante silesnzio da parte del pubblico scaligero. Buona la Maddalena di Mariana Pentcheva e altrettanto apprezzabile il tenebroso Sparafucile di Marco Spotti, così come la folta schiera di comprimari. Pochi applausi durante l’esecuzione ma un vivo successo al termine in particolare per Nucci e la Mosuc da parte di un teatro quasi esaurito. Da sottolineare che, per un’opera della durata complessiva di due ore circa, due intervalli di trenta minuti sono eccessivi. Foto Marco Brescia, Archivio Fotografico del Teatro alla Scala