Opera in due atti, libretto di Wayne Koestenbaum.Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Christopher Franklin (direzione), Ensemble del Teatro Rossini di Lugo, Gianluigi Giacomoni (maestro del coro), Damiano Michieletto (regia, luci), Fiona Mc Andrew (Jackie O), Nora Sourouzian (Maria Callas), Simone Alberghini (Aristotle Onassis), Paul Carey Jones (Andy Warhol), Alice Quintavalla (Liz Taylor), Elizabeth Grayson (Grace Kelly), Enea Scala (voce di J.F.K.), Matteo Ricchetti (regia televisiva), Paolo Fantin (scenografia), Claudia Pernigotti (costumi), Roberto Pizzuto (coreografia) – Teatro Comunale di Bologna, 2-4 luglio 2008 – 1 DVD “Dynamic”, 2009 – 93′ ( con sottotitoli in italiano)
Jackie O fu commissionata nel 1995 dalla Houston Grand Opera e dal Banff Centre, e messa in scena per la prima volta nel 1997. Ispirata alla figura di Jacqueline «Jackie» Lee Bouvier Kennedy Onassis (1929-1994), l’opera si focalizza sui drammatici avvenimenti della sua vita durante gli anni sessanta del secolo scorso. Ecco alcune considerazione di Daughtery sulla sua opera:” La musica che ho composto per Jackie O esplora la possibilità di interazione tra vari linguaggi musicali: quelli dell’opera lirica tradizionale, del teatro musicale più popolare, del rock e del jazz.
Gli anni sessanta del secolo scorso furono un periodo in cui assassini politici, riforme dei diritti civili, droghe, Woodstock, la Pop Art e la guerra del Vietnam cambiarono drammaticamente il volto dell’America. Il mondo trasformò una restia Jackie Kennedy, e più tardi una restia Jackie Onassis, in una celebrità, e più tardi in un’icona dei tumulti politici e sociali del tempo. Il suo matrimonio da fiaba, nel 1953, con John F. Kennedy e la sua ascesa alla Casa Bianca ne fecero una beniamina del pubblico. L’assassinio del Presidente Kennedy nel 1963 sconvolse il mondo intero. Nel 1968, il controverso secondo matrimonio con l’armatore greco Aristotele Onassis, le facilitò il ritiro dalla vita pubblica.
Per rendere il contrasto tra la Jackie privata e quella pubblica, così ben delineato dall’ottimo libretto di Wayne Koestenbaum, l’autore ha contrapposto momenti estremamente spettacolari ad altri più intimi, basati su arie solistiche e duetti introspettivi. Daughtery ha voluto connotare ciascun personaggio con una specifica sonorità: “Le arie di Jackie sono esotiche, malinconiche e molto espressive. In contrapposizione, le arie di Onassis ricordano Las Vegas, Dean Martin o i «Rat Pack» degli anni sessanta. Lo stile di Maria Callas è operistico ma, dato che negli anni sessanta la diva stava perdendo la voce, canta, melodrammaticamente, nel registro basso, e in qualche occasione ricorre persino al parlato. Liz Taylor ha frasi corte e di tipo blues, mentre la Principessa Grace intona alla Doris Day. L’aria di Andy Warhol, come la sua arte, è una serie di ripetizioni modulate.Il coro ha una parte di rilievo in tutta l’opera”. Una descrizione quanto mai chiara per un lavoro che si presenta accattivante. Siamo sicuramente ben lontani del mondo delle “avanguardie” e delle “sperimentazioni” fini a se stesse. Questa opera di Daughtery è il segno della riconquista delle platee da parte della musica contemporanea. Il DVD, che presenta la ripresa bolognese di Jackie O ne è la conferma. Il semplice, ma efficace allestimento firmato da Damiano Michieletto, l’ottima compagnia di canto e la vivace direzione d’orchestra di Christopher Franklin contribuiscono in modo determinante alla riuscita dell’opera. Sicuramente da vedere, in particolare per chi è curioso di altre visioni dell’opera lirica.