Berlino, Staatsoper Unter den Linden Berlin – Stagione Lirica 2009/2010
“SALOME”
Dramma per musica in un atto. Libretto basato sulla traduzione tedesca di Hedwig Lachmann del dramma omonimo di Oscar Wilde.
Musica di Richard Strauss
Herodes REINER GOLDBERG
Herodias DANIELA DENSCHLAG
Salome EVELYN HERLITZIUS
Jochanaan MARK DOSS
Narraboth STEFAN RÜGAMER
Un paggio di Herodias ANDREA BÖNIG
Cinque giudei PETER-JÜRGEN SCHMIDT, FLORIAN HOFFMANN, PATRICK
VOGEL, PETER MENZEL, BERND ZETTISCH
Due nazareni JAMES HOMANN, VICKTOR RUD
Due soldati ARTTU KATAJA, DIONISOS TSANTINIS
Un capadociano BERND ZETTISCH
Una schiava BORJANA MATEEWA
Staatskapelle Berlin
Direttore Philippe Jordan
Regia Harry Kupfer
Scene e costumi Wilfried Werz
Allestimento della Staatsoper Berlin 1979
Berlino, 9 ottobre 2009
Un classico esempio di folgorazione teatrale fu quella che “colpì” Richard Strauss quando casualmente assistette ad una rappresentazione di Salome, il dramma di Osar Wilde. Decise di trarne un’opera senza cambiare quasi nulla dell’originale inglese, si affidò solamente alla libera ma corretta traduzione di Hedwig Lachmann. Importante sottolineare che, sia dramma, che la musica furono scritte in pieno periodo freudiano, l’analisi psicologica della sessualità sviluppato nei suoi aspetti piu morbosi e violenti. Ecco dunque la depravazione di Erode ed Erodiade, il Profeta, uomo di Dio, trasuda sensualità, mentre la protagonista, porta l’ossessione erotica al parossismo, che sfocia nell’omicidio. Fondamentale in Salome è l’orchestra, protagonista al pari delle voci, nel sottolineare ogni aspetto delle passioni che si vivono sulla scena.
Questo ormai storico spettacolo berlinese, è ambientato in un cortile astratto, le scene di Wilfried Werz ricordano quasi gli spazi di un condominio di una qualsiasi metropoli, forse a sottolineare come talune morbosità sono presenti in ogni ceto sociale. La regia di Harry Kupfer era ben delineata, schietta e vitale. Salome una ragazza capricciosa, annoiata, Erodiade la madre viscida , Erode il tetrarca vecchio e lascivo. La prestazione musicale funzionava a meglio con la Staatskapelle Berlin guidata da Philippe Jordan, una lettura incalzante, analizzata nelle diverse sottigliezze, e ponderata nelle sonorità. Sorprendente Evelyn Herlitzius nella resa di un personaggio credibile, di grande intensità drammatica, pur con qualche tensione vocale, soprattutto nelle zone più acute della tessitura. Ottima la prova di Mark Doss, uno Jochanaan di altissimo impatto vocale. Rainer Goldberg ha mostrato una solida professionalità, gli anni certo, si fanno sentire, ma l’accento e la resa teatrale sono quanto mai efficaci, così come Daniela Denschlag una efficacissima Erodiade. Buone le parti di fianco, in particoalre il Narraboth di Stefan Rugamer. Teatro esaurito, con un meritato e convinto successo per tutti i protagonisti.