Elena Mosuc ci racconta “La Traviata” in scena al Regio di Torino

Incontriamo il soprano Elena Mosuc in questi giorni impegnata come Violetta nella nuova produzione de La Traviata che ha inaugurato la stagione 2009-010 del Teatro Regio di Torino. In questa produzione, firmata per la regia da Laurent Pelly e con la direzione d’orchestra di Gianandrea Noseda, la Mosuc ha ottenuto un personale successo di pubblico e critica. Al suo fianco, il tenore Francesco Meli e il baritono Carlos Alvarez. L’opera rimarrà in scena fino al 28 ottobre prossimo.

Elena, eccoti nuovamente interpretare Violetta..!
Si. La Violetta, numero 80.  Ho cantato Traviata veramente in tutto il mondo e nelle messe in scena più disparate…moderne, tradizionali…
Ne sono convinto….ne ricordi qualcuna in particolare?
Sicuramente quella che ho cantato qualche anno fa a Lipsia con la regia di Andreas Homoki, che ha voluto l’opera fosse eseguita senza nessun intervallo. Un vero “tour de force”!
Direi. Mi sembra una scelta alquanto assurda!
Direi, soprattutto quando non hai una reale giustificazione a questa scelta!
A Torino invece?…
E’ uno spettacolo decisamente interessante…
….Nato a Santa Fe per Natalie Dessay che ha sicuramente condizionato l’impostazione dello spettacolo…
Sicuramente. L’impostazione registica di Pelly gioca su un contrasto emotivo molto forte. In particolare il primo atto, veramente molto impegnativo,  dove tutti sono chiamati a una recitazione dai ritmi esasperati, febbrili, per evidenziare il desiderio, quasi isterico, di Violetta nel divertirsi ad ogni costo. Lo si vede anche dall’abito che indossa, dai colori accesi e dalle forme  quasi bizzarre. Tutti. Questo aspetto, se vogliamo, si collega molto alla personalità artistica della Dessay. Confesso che non è stato facile affrontare questa ottica  teatrale.
Certamente. Anche perchè ogni interprete ha una propria personalità. Per il resto come si sviluppa questa Traviata?
E’ uno spettacolo molto stilizzato, come ho detto giocato su contrasti visivi ed emotivi. Ad esempio, nel preludio dell’atto primo, assistiamo al funerale di Violetta,  un’immagine cupa con  un corteo di persone che si snoda in mezzo a tombe nere, poi in pochi secondi, le tombe si trasformano nei mobili della casa di Violetta e ha inizio la festa. Un cambio di atmosfera di grande impatto
Come spieghi la scelta, piuttosto anomala,  di interrompere l’opera alla fine della cabaletta di Germont e di unire quindi la scena in casa di Flora con il terzo atto?
Non è la prima volta che ho cantato Traviata con questa suddivisione dell’opera. Credo sia interessante da un punto di vista drammaturgico, mantiene viva la tensione teatrale verso il tragico finale. In questa produzione, rimango sola sulla scena, alcune coriste mi tolgono gli abiti e indosso la camicia da notte, mentre quelli che erano i mobili vengono coperti da grandi lenzuola, il segno che la mia casa è ormai disabitata…
Il che va a rimarcare la solitudine di Violetta…
Questa regia fa di Violetta un personaggio più che mai fragile. Pelly ne evidenzia  la fragile giovinezza: da un volersi divertire in modo frenetico, all’identificarsi  totalmente nell’amore per Alfredo, indossando i suoi vestiti nell’atto secondo e, con il brutale ritorno alla realtà, Violetta perde ogni contatto con le persone che la circondano. Tutto il terzo atto è visto come una visione attraverso la sua mente. Annina, il medico, Germont  rimangano sempre fisicamente lontani da lei. Solo Alfredo ha un rapporto più concreto con lei ma, in realtà è un fatto che avviene nella mente di Violetta. Ormai è irrimediabilmente sola e in questo stato, muore.
Sul piano musicale come è stato il lavoro con il M° Noseda?
Direi molto positivo. Noseda ha fatto un lavoro di pulizia incredibile sulla partitura. Raramente mi è capitato di trovare un direttore così attento a seguire le indicazioni del compositore.
Anche tu, comunque, hai mostrato molta attenzione alla parola scenica
, inoltre canti integralmente le tue arie del primo e terzo atto…
Dopo aver cantato molte volte Violetta è normale cercare di dare sempre nuovi colori ed espressività alle frasi, in particolare quando, come in questo caso si affrontano le due strofe delle mie arie. La differenzazione è fondamentale
Possiamo dire che in questa Traviata hai ottenuto un successo personale?
Tutti  abbiamo conquistato il pubblico della “prima”, solitamente più composto, per non dire “freddo”. E’ un  successo in “crescendo”, di recita, in recita. Personalmente ho la gioia di sentirmi dire che “faccio vivere Verdi” e  di avere toccato il cuore. Non potrei essere più contenta di così
Dopo Torino che impegni ti aspettano?
Debutto a novembre il ruolo di Medora del Corsaro a Zurigo, poi mi aspettano Corsaro Zurigo, Rigoletto Scala, Les contes Hoffmann a Zurigo, Concerti a Tokyo e in Romania, Lucia di Lammermoor Avenches, e ad Amburgo poi Il ratto dal serraglio a Monaco di Baviera, Don Giovanni ad Amburgo. Poi dovevo cantare Antonia a Les contes d’Hoffmann al Metropolitan di New York, ma non posso cancellare una recita di Lucia ad Amburgol..Cosi sono rimasta con 6 recite di Olympia. Confesso che avrei di gran lunga preferito cantare Antonia, più adatta alla mia attuale vocalità….Pazienza!