Tragedia lirica in 4 atti, libretto di Gabriele D’Annunzio. Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma, Gianandrea Gavazzeni (direzione) Atarah Hazzan (Parisina Malatesta), Giuseppe Vendittelli (Ugo D’Este), Aldo Protti (Nicolò D’Este), Ferruccio Furlanetto (Aldobrandino dei Rangoni), Katia Angeloni (Stella dell’Assassino), Stella Silva (La figlia di Nicolò di Oppizi, detta La Verde), Giovanna Di Rocco (La fante), Etta Bernard (Prima donzella), Leonia Vetuschi (Seconda donzella ), Corinna Vozza (Terza donzella), Luciano Pelosi (maestro del coro). Registrazioni dal vivo, dicembre 1978, Teatro dell’Opera di Roma. 2 cd Bongiovanni GB 2440/41-2
Nel suo immenso ed esasperato “ego”, Dannunzio, voleva lasciare un marcato segno della sua arte anche nell’opera lirica. A tale proposito, nell’inverno del 1912 aveva consegnato all’editore Sonzogno il poema Parisina con la precisa intenzione che venisse musicato. Gli interpellati Puccini, Franchetti e perfino Debussy, declinarono più o meno decisamente l’offerta, l’unico ad accettare la sfida fu Pietro Mascagni che affrontò entusiasticamente il ridondante testo dannunziano che andò in scena, dopo una spasmodica attesa, il 15 dicembre 1913 alla Scala di Milano. Il successo ci fu, ma apparvero subito evidenti anche i limiti di questa partitura, a partire proprio dal testo del Vate, che sicuramente non brillava per scorrevolezza teatrale facendo si che la partitura superasse abbondantemente le 3 ore. Già nel corso delle rappresentazioni scaligera furono apportati dei tagli, fino ad arrivare a una totale revisione dell’opera che, in questa nuova forma, andò in scena a Livorno il 28 febbraio 1914, senza però avviarsi a nuova vita, contando su poche e sporadiche riprese. Un vero peccato, perchè ci troviamo davanti a quella che possiamo considerare, accanto alla Francesca da Rimini di Zandonai (del 1914, quindi contemporanea),la risposta italiana al dramma wagneriano. Possiamo dire che Parisina e Francesca sono le nostre Tristano e Isotta. E’ sicuramente la partitura più considerevole di Mascagni dopo Cavalleria , magistrale per accuratezza strumentale e varietà nella ricerca dei colori e degli accenti del canto, in perfetta sintonia con l’orchestra. L’edizione propasta nel doppio album della “Bongiovanni” è la registrazione della ripresa all’Opera di Roma nel 1978 ( a tutt’oggi l’ultima ripresa scenica )affidata alle amorevoli ma convinte e appassionate cure di Gianandrea Gavazzeni, grande sostenitore della musica del Novecento. I due onerosi ruoli di Parisina e soprattutto di Ugo, sono affidati a Atarah Hazzan e Giuseppe Vendittelli che ne escono più che onorevolmente. Il veterano Aldo Protti, pur a fine carriera, sa ancora sfoggiare un accento di grande incisività che si adatta bene al personaggio del crudele Nicolo d’Este. Prova positiva anche per Katia Angeloni (Stella) e Stella Silva (La Verde). Da segnalare la breve apparizione, nel primo atto del giovane Ferruccio Furlanetto, nel ruolo di Aldobrandino. Ottima la qualità del suono. Sicuramente un’opera che merita di essere conosciuta.