“Assassinio nella cattedrale” di Pizzetti alla Scala

Teatro Alla Scala – Stagione d’Opera e  Balletto 2008/2009
“ASSASSINIO NELLA CATTEDRALE”
Tragedia lirica in due atti. Libretto del compositore (dalla versione italiana di Alberto Castelli dal dramma di T. S. Eliot “Murder in the Cathedral”)
Musica di Ildebrando Pizzetti
In ricordo di Gianandrea Gavazzeni nel centenario della nascita.
Tommaso Becket FERRUCCIO FURLANETTO
Un araldo ANTONELLO CERON
Primo sacerdote della cattedrale  GIANLUCA SORRENTINO
Secondo sacerdote della cattedrale DAVIDE PELISSIERO
Terzo sacerdote della cattedrale  ARMANDO GABBA
Primo tentatore  SALVATORE CORDELLA
Secondo tentatore  ANGELO VECCIA
Terzo tentatore PETRI LINDROOS
Quarto tentatore LUCA DALL’AMICO
Prima corifea  RAFFAELLA ANGELETTI
Seconda corifea  ANITA RAVELI
Primo cavaliere  GIAN LUCA PASOLINI
Secondo cavaliere GIUSEPPE ALTOMARE
Terzo cavaliere  ALESSANDRO PALIAGA
Quarto cavaliere  ERNESTO PANNARIELLO
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala (M.o del coro: Bruno Casoni)
Coro di Voci Bianche del Teatro alla Scala e del Conservatorio “G. Verdi” di Milano (M.o del coro: Alfonso Caini)
DirettoreDonato Renzetti
Regia, scene e costumi di Yannis Kokkos
Luci di Gianni Mantovani
Nuovo allestimento del Teatro alla Scala.
Milano, 26 maggio 2009

Il Teatro alla Scala mette in scena “Assassinio nella cattedrale” di Ildebrando Pizzetti in una doppia ricorrenza: il 50° anniversario, circa, dalla prima rappresentazione (1 marzo 1958) e il 100° anniversario della nascita del direttore, saggista e compositore Gianandrea Gavazzeni, che dell’opera fu il primo concertatore, nonché allievo di Pizzetti e successivamente anche amico. Gavazzeni è stato uno dei più grandi musicisti italiani del ‘900 , convinto assertore della musica del suo tempo,  in particolare di Pizzetti, del quale diresse anche le prime scaligere de “La figlia di Jorio, “Fedra”, “Il calzare d’argento” e “Clitennestra”. Un volume abbinato al programma di sala racconta il rapporto artistico e umano tra Gavazzeni e il compositore:  lettere inedite, commenti e impressioni, raccolti dal nipote del direttore Giovanni Gavazzeni. “Assassinio nella cattedrale” è sicuramente uno dei titoli più importanti di Pizzetti,  acclamato dal pubblico e dalla critica, ovviamente con qualche dissenso, si impose sin dalla prima esecuzione anche grazie alla grande interpretazione di Thomas Becket che ne fece Nicola Rossi Lemeni. L’opera è tratta dalla pièce omonima (1935) di Thomas Eliot, scelta come soggetto nel 1956. Alla base la traduzione italiana di Alberto Castelli, da cui lo stesso compositore ne trasse personalmente il libretto, operando  significativi tagli.  Va subito detto che il Pizzetti librettista non è all’altezza del compositore, il libretto è un po’  ridondante anche se regge discretamente alla drammaturgia del testo originale, e soprattutto valorizza il protagonista, vero fulcro dell’opera. La vicenda dell’arcivescovo Becket assassinato per volere di Enrico II d’Inghilterra, perchè ribelle al suo volere, viene colta in un momento preciso: il rientro in sInghilterra di Becket dopo  l’esilio  volontario  con la progressiva consapevolezza del destino che lo aspetta, superando le tentazioni del potere, per rimanere fedele alla scelta di fede che verrà  esaltata nel martirio.  Si si può affermare che l’opera appare come un lungo monologo interiore dell’arcivescovo fino al tragico epilogo. La musica ne esalta solenne ma anche intima e introspettiva, ricca di colori espressivi esalta e sottolinea mirabilmente il procedere del dramma. Yannis Kokkos firma interamente  uno spettacolo molto suggestivo. Scene e costumi sono essenziali, ma efficaci. La regia esalta il protagonista, quasi lo isola dagli altri interpreti, esaltandone una natura superiore, già votata al martirio. Becket è  stato Ferruccio Furlanetto, cantante di consumata esperienza che ,allo stato attuale, rende mirabilmente il personaggio sul piano interpretativo, molto meno  sotto l’aspetto vocale, dove una evidente usura e suoni troppo pompati,  andavano a scapito del fraseggio, fondamentale in questa partitura. Buona il resto della compagnia,soprattutto i quattro cavalieri e le quattro tentazioni. Poco incisiva la prima corifea, Raffaella Angeletti, e non giudicabile la seconda, Anita Raveli ( prevista nel  ruolo di  Carmen a dicembre !). Sul podio un Donato Renzetti particolarmente ispirato, ha diretto grande nobiltà d’accenti e grande cura del particolare, offrendo una sue interpretazioni più convincenti. Pubblico molto attento, e partecipe che alla fine ha tributato un successo convinto allo spettacolo. Speriamo  si  torni a  riproporre più di frequente capolavori nascosti, o meglio raramente rappresentati, del ‘900.
Foto di Marco Brescia, Archivio Fotografico del Teatro alla Scala