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Giudicata, come migliore uscita del 2008 per quanto concerne le registrazioni storiche, questa Sonnambula del 21 agosto del 1957 da Edimburgo , registrazione tratta dall’archivio privato di Elisabeth Schwarzkopf e pubblicata dalla Testament , vede una Callas al massimo della forma in uno dei suoi miglior ruoli.
L’audio e’ stupefacente, si ha quasi l’impressione che l’opera sia incisa in uno studio di registrazione, solo gli applausi del pubblico certificano che tanta perfezione del suono proviene dal quel delizioso gioiello che e’ il King’s Theatre di Edimburgo.
Impersonando il ruolo di Amina, la Callas offrì una ulteriore dimostrazione della sua grande capacità di entrare nei panni dei personaggi e – nonostante l’inesorabile trascorrere degli anni – sfoggiò un’emissione precisa e cristallina, due caratteristiche che rendono questa Sonnambula un’edizione assolutamente imprescindibile per tutti gli appassionati di opera.
Nel marzo del 1957 Maria firmò un contratto per cantare La Sonnambula con La Scala al Festival di Edimburgo. Sul contratto c’è scritto che il suo impegno andava dal 1° agosto al 7 settembre circa, e che le recite assicurate erano cinque. Percepiva la somma di novecentomila lire a recita, più un rimborso spese a parte di trecentosettantamila lire a recita.
Nel frattempo Elsa Maxwell stava organizzando una grandissima festa per il 3 settembre, nelle sale dell’hotel Danieli. Erano state invitate centosessanta persone, e Maria figurava come ospite d’onore. Ma come fare a partecipare se era impegnata con le recite di Sonnambula?
Prima di partire per il Festival, ricorse a una visita medica e le venne rilasciato un certificato in cui si diceva che era esaurita e aveva bisogno di riposo. Bisognava sostituirla, ma non era possibile, perché a Edimburgo volevano solo la Callas. Maria decise di sacrificarsi e disse che avrebbe cantato solo quattro recite. Ci furono degli incontri tra lei e Ghiringhelli. Il sovrintendente le deve aver promesso di liberarla dall’ultima recita. Infatti venne scritturata Renata Scotto come “doppio” di Maria con la promessa che avrebbe cantato l’ultima recita di Sonnambula.
Maria partì tranquilla. Ghiringhelli restò a Milano perché non stava bene. A Edimburgo le cose si complicarono subito.I dirigenti del festival non sapevano che la Callas avrebbe lasciato Edimburgo alla fine di agosto. Su tutti i manifesti e sui programmi la sua presenza era data per sicura anche nella quinta recita del 3 settembre. Maria si infuriò, si senti presa in giro. Cantò le quattro recite. Il 21 o il 22 agosto visitò il Festival Club ed incontrò Lord Provost Ian a. Johnson.
Il 23 agosto dette una conferenza stampa all’Hotel Caledonia. Il 25 agosto fu intervistata dalla radio BBc, mentre il 27 agosto visitò l’industria di lane Munrospun’s a Restalring. Il 30 agosto lasciò definitivamente Edimburgo e se ne andò a Venezia alla festa della Maxwell.L’episodio suscitò l’indignazione della stampa internazionale. Maria fu accusata di essere fuggita dal festival per andare a un party.
Per mesi Maria perseguitò Ghiringhelli allo scopo di ottenere una pubbliaca chiarificazione, ma inutilmente.
La recita del 19 agosto fu un quasi disastro con una Callas discontinua e sofferente. Nella seconda recita, quella registrata la situazione migliorò e a detta di chi fu presenze le ultime due repliche furono ulteriormente migliori.Questa registrazione è sicuramente la migliore testimonianza live di Sonnambula della Callas.
La prima rappresentazione risentì del suo stato di affaticamento e tuttavia, come Harol Rosental scrisse in “Opera”, “sotto il profilo drammatico la sua interpretazione costituisce un tour de force. Per sua natura, la signora Callas tende a imporsi nei grandi ruoli tragici proposti dal teatro lirico; nondimeno, e sebbene il personaggio di Amina sia affine a quello di Giselle, grazie alla sua personalità il soprano ci ha indotti a credere nella figura da lei creata”.
Ma le interpretazioni drammatiche, i ruoli tragici e le figure affini a Giselle finirono sommerse dal clamore di un pubblico che si levò risentito alla rinuncia di Maria a cantare la sua quinta Sonnambula. “L’ennesimo abbandono della Callas” fu il commento della stampa britannica. La realtà era però diversa. Maria non aveva mai acconsentito a una quinta recita: anzi, aveva detto a Ghiringhelli in chiari termini che intendeva cantare solo quattro recite.. Ma la circostanza venne fraintesa: Maria ne aveva abbastanza, e non era disposta a esibirsi un’altra volta soltanto per salvare la faccia della Scala. Il sindaco di Edimburgo e sua moglie furono comprensivi e non esitarono ad andarla a salutare nel suo albergo. Anche i critici musicali capirono: “Ci rallegriamo che, per il bene della sua salute, sia partita per il caldo sud.” Ma la stampa mondiale, zelantissima paladina della moralità artistica, non comprese e non la perdonò, tanto più che la partenza per il “caldo sud” significava Venezia e la festa da ballo data in suo onore da Elsa Maxwell. Era chiaro che , avesse o no rotto un impegno precedentemente assunto, aveva preferito non cantare e presenziare al party veneziano della Maxwell. Era altrettanto evidente e nessuno ne dubitava, che era troppo stanca per cantare, ma non abbastanza per rinunciare a trascorrere un’intera nottata alla festa. In effetti, la stampa mondiale brulicò di fotografie che la mostravano raggiante, rilassata, elegantissima. Da parte sua la Maxwell, che a volte aveva la discrezione e il senso dell’opportunità di un elefante, si affrettò ulteriormente a gonfiare, a spese di Maria, il suo già pletorico e ridondante egocentrismo: ” Ho ricevuto molti regali in vita mia… ma non mi era mai capitato che una diva dell’opera rinunciasse a cantare in uno spettacolo per non venir meno alla parola data ad un’amica.” Maria, si trattenne al ballo fino alle ore piccole. Era uno spettacolo, e lei vi recitò senza risparmiarsi. Intonò perfino dei blues: in piedi su una pedana cantò Stormy Weather, accompagnata al piano dalla Maxwell. La festa si protrasse per una settimana, spostandosi dal Lido all’Harry’s Bar, dall’Harry’s Bar al Florian e dal Florian allo yacht Cristina di Onassis, ancorato alla foce del Canal Grande.