Bologna, Teatro Comunale, Stagione d’Opera e Balletto 2008/2009
“DER VAMPYR” (Il Vampiro)
Opera romantica in due atti e quattro quadri su libretto di Wilhelm August Wohlbruck.
Musica di Heinrich August Marschner
Nuova versione musicale e testuale per la scena tedesca di Hans Pfitzner
Sir Humphrey HARRY PEETERS
Malwina CARMELA REMIGIO
Edgard Aubry JOHN OSBORN
Lord Ruthven RODION POGOSSOV
Sir Berkley ROBERTO TAGLIAVINI
Janthe MANUELA BISCEGLIE
George Dibdin PAOLO CAUTERUCCIO
Emmy DONATA D’ANNUNZIO LOMBARDI
James Gadshill THOMAS MORRIS
Richard Scrop MARIO BOLOGNESI
Robert Green GABRIELE RIBIS
Toms Blunt CONAL COAD
Suse MONICA MINARELLI
Il capo dei vampiri KARL HEINZ MACEK
Un servitore di Berkley ADRIAN SAMPETREAN
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Roberto Abbado
Maestro del Coro Paolo Vero
Regia, scene e costumi Pier Luigi Pizzi
Bologna, 18 novembre 2008
Tempo di vampiri per il Teatro Italiano. Non è la prima volta che se ne parla, ma la recente crisi economica mondiale ha ulteriormente compromesso una situazione già precaria e ristretta dei contributi statali al teatro (FUS), molte le fondazioni che si trovano in condizioni economiche disperate, con prospettive drammatiche: si parla addirittura di chiusura se non drastico ridimensionamento delle attività (Bologna ad esempio ha già cancellato due titoli dell’attuale stagione). L’argomento esula dalle pagine cui scriviamo ma non possiamo esimerci dall’affermare che qualora qualsiasi governo italiano capirà che il contributo alla cultura non è cosa secondaria nella vita sociale ed economica di un paese sarà sempre troppo tardi. Auguriamoci che, al governo si capisca che la detassazione dei contributi privati al teatro potrebbe essere l’unica via percorribile, come avviene in altri Paesi. Arrivando al Comunale lo troviamo tappezzato di cartelloni di protesta: qu si è scelto di non scioperare, ma si protesta andando in scena, il sovrintendente consente ai lavoratori del teatro, tutti, di esporre sia fuori sia all’interno manifesti di contestazione contro i tagli previsti dalla finanziaria. Spicca fra tutti i cartelli uno con la scritta “i vampiri non siamo noi…”. E chi legge ci crede pienamente. Ottima scelta, su quanto possa essere efficace questa forma di rivendicazione possiamo avanzare dubbi, ma certamente non si può tacere. Torniamo all’inaugurazione della stagione bolognese 2008/2009 con il raro “Der Vampyr” di Heinrich Marschner opera romantica del 1828 mai eseguita in Italia in forma scenica, ma solo in concerto alla Rai negli anni ’80, ( edita anche in cd dalla Warner-Fonit ). La vicenda narra di un vampiro, alias Lord Ruthven, cui viene concesso un anno di vita sulla terra se, nell’arco di un giorno, porterà in sacrificio al Capo del Vampiri tre vergini.Un’impresa che sta quasi per realizzarsi se non fosse per l’intervento di Aubry, amico di Ruthven che salva la sua amata Malwina. Il vampiro verrà così inghiottito dalle fiamme, cui segue l’ovvio happy end . Marschner autore molto importante nella cultura musicale tedesca ‘800, anello di congiunzione tra Weber e Wagner come spiega Roberto Abbado, ( concertatore e direttore principale a Bologna) e quest’opera appare molto legata a Der Freischutz ( del 1821) sia per struttura drammaturgica, nello stile “singspiel” cioè con recitativi sono parlati, che per il linguaggio che mostra un evidente uso di “leitmotiv” che sarà ripreso, sviluppato ed ampliato successivamente da Wagner. I temi poetici sono quasi simili alla produzione wagneriana: dannazione e redenzione, peccato e purezza, con la ovvia sconfitta del male. Pier Luigi Pizzi, che firma tutta la parte visiva dello spettacolo, tanto ci aveva deluso nella recente Vedova allegra scaligera, quanto in questa occasione ci ha entusiasmato. Spostando l’azione agli anni ’30 del secolo scorso immagina una Scozia, luogo ove si svolge la vicenda, onirica e verdeggiante, prati e ville che ricordano località nobili come in un film di James Ivory e gioca in susseguirsi coinvolgente di quadri e narrazione fino al diabolico fuoco che riporterà il protagonista negli inferi. La strepitosa direzione di Abbado, con l’ottima orchestra del Comunale, raggiunge vette di raro ascolto, incalzante e brillante, poetica e delicata, dove i fiati, veramente precisi, hanno quasi importanza primaria. La locandina presentava un cast affatto convincete, anche se alla nostra recita il protagonista era interpretato da Rodion Pogossov, della seconda compagnia, in quanto l’atteso Datfel Roth ha dato “forfait” per indisposizione. Pogossov si produceva in un canto forbito e lineare, con voce ampia e seducente, semmai mancava nella recitazione, poco istrionica e alquanto impacciata. Al contrario, Carmela Remigio una Malwina seducente e penetrante, che ha inoltre messo in risalto una vocalità prim’ordine nei suoi assoli. La palma della serata però va John Osborn, Aubry, tenore di ottime qualità tecniche e vocali, morbido, seducente, dall’ampio fraseggio che ha fornito una grande lezione di stile nella difficile e lunga aria del secondo atto salutata al termine da un ovazione. Ottimi gli altri interpreti, ove tra ruoli più o meno impegnativi, emergevano Manuela Bisceglie, Janthe la prima vittima, Harry Peeters il padre di Malwina, la seducente Emmy di Donata d’Annunzio Lombardi e l’istrionica Suse di Monica Minarelli. Puntuale e lodevole la prestazione del coro, e pubblico giustamente molto caloroso per uno spettacolo ben riuscito.Foto Rocco Casaluci