Festival Verdi 2008: “Nabucco”

Reggio Emilia, Teatro Valli, Festival Verdi 2008
“NABUCCO”
Dramma in quattro parti  su libretto di Temistocle Solera.
Musica di Giuseppe Verdi
Edizione critica a cura di Roger Parker
Nabucco ANTHONY MICHAELS-MOORE
Ismaele MICKAEL SPADACCINI
Zaccaria CARLO COLOMBARA
Abigaille DIMITRA THEODOSSIOU
Fenena DANIELA INNAMORATI
Gran Sacerdote LUCIANO MONTANARO
Abdallo FRANCESCO PICCOLI
Anna ASSUNTA SARTORI
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Parma
Banda di palcoscenico “Icarus Ensemble”
Direttore Michele Mariotti
Maestro del Coro Martino Faggiani
Regia Daniele Abbado
Scene e costumi Luigi Perego
Luci Valerio Alfieri
Reggio Emilia, 14 ottobre 2008

Per il terzo titolo in programma, Nabucco, il Festival Verdi si sposta nella vicina Reggio Emilia per una coproduzione con I Teatri. Nabucco, terzo spartito nella cronologia del compositore di Busseto, è il primo vero grande trionfo e resterà sempre in programmazione in tutti i teatri del mondo, forse l’opera più rappresentata del periodo primo verdiano. L’interesse per questa nuova produzione imperniava nel nuovo allestimento con la regia di Daniele Abbado, sulla presenza di Dimitra Theodossiou quale Abigaille e di Michele Mariotti, enfant prodigue della bacchetta. Attese in parte deluse.  La visione registica di Abbado crea con grande inventiva e mestiere,una drammaturgia d’impatto, focalizzando agli antipodi i due gruppi religiosi. Grazie anche alle  scene monumentali di  Luigi Perego, Abbado colloca i cantanti ora in alto ora i basso a seconda delle sorti insite nella narrazione.  Si  avverte sempre un grande rispetto della partitura, cadendo però in una narrazione spesso statica, quasi dei tableaux di indubbio fascino, ma che rallentano la tensione. Incomprensibile la scelta nei costumi un mix dii antico e moderno ebraismo in giacca e cravatta. Anche se raffinati, molto curati e di effetto, ma  che, alla vista poco aiutavano all’omogeneità dell’insieme. Una bella  è stato il direttore e concertatore Michele Mariotti, che ascoltai lo scorso anno a Bologna, al suo debutto come direttore stabile, nel Simon Boccanegra,  ne avevo avuto una buona impressione generale, giudicandolo però poco più che un discreto accompagnatore. Qui,  già dalla sinfonia abbiamo una bacchetta energica e sicura,  tempi ben staccati e  sostenuti, che via via nel corso della recita, cresce e diventa una bellissima concertazione attenta e vibrante. Una gradita scoperta che ci auguriamo continui in questa  direzione. Nel ruolo  del protagonista titolo troviamo il baritono Anthony Michaels-Moore, inglese, ma che in Italia tutto lo si è sentito poco: lo ricordiamo ad esempio nel cast della Vestale di Spontini alla Scala nel 1993. Spicca  subito la scarsa dimistichezza con l’italiano, con recitativi spesso incomprensibili. Mostra una presenza scenica importante, che compensa i limiti di una voce tendenzialmente chiara, con una tecnica  non del tutto ortodossa non appropriata a un ruolo cosi impegnativo. All’opposto la Theodossiou avrebbe sia la voce che il  temperamento per essere un’ottima Abigaille, peccato che il tempo e le scelte di repertorio non molto accorte, abbiano sfaldato il vigoroso registro acuto ed intaccato la zona centrale, quanto alla zona grave è totalmente assente. La Theodossiou, con grande mestiere si disimpegna anche con  momenti onorevoli, ma sentire estremi acuti schiacciati e striduli si rimane delusi e anche infastiditi, così come certe risoluzioni di mezze voci destano perplessità. Carlo Colombara ne esce dignitosamente dall’oneroso ruolo di Zaccaria. Ci è parso molto più in forma rispetto le perfomance l’estate scorsa a ll’Arena Verona: rimangono però le carenze tecniche. Piuttosto sguaiato l’Ismaele di Mickael Spadaccini, insignificante la Fenena di Daniela Innamorati, buone le prestazioni di Francesco Piccoli (Abdallo), Luciano Montanaro (Gran Sacerdote di Belo) e Assunta Sartori (Anna). Pubblico prodigo di applausi, e molto soddisfatto dell’esecuzione. Ringraziamo il M° Mariotti di non aver concesso l’ennesimo bis di “Va pensiero” peraltro cantato meravigliosamente dal coro di Parma, e tutta l’opera suonata altrettanto dall’Orchestra parmense. ( Foto Anceschi, Reggio Emilia)