Eccomi dopo le vacanze estive nuovamente fra voi, con una sorpresa speciale anzi direi specialissima!
A quasi 55 anni dall’ ultima apparizione di Maria Meneghini Callas sul palco del teatro Verdi di Trieste vorrei qui ricordare quella monumentale rappresentazione che fu Norma nel novembre del 1953 attraverso immagini , un articolo di un quotidiano locale e … un video! Avete letto benissimo, proprio un video che mostra una Callas non ancora trentenne , dal fisico ancora appesantito, ma dalla espressività e dalle movenze inconfondibili e emozionanti
E’stato il Presidente del Parlamento Ellenico Dimitrios Sioufas ad inaugurare venerdì 4 luglio 2008 alle ore 18 la mostra Maria Callas 30 anni dopo.
Presentata alla stampa dall’Assessore alla Cultura Massimo Greco, dal Direttore dell’Area Cultura Adriano Dugulin, dal Conservatore dello “Schmidl” Stefano Bianchi, dal Segretario Generale della Fondazione del Parlamento Ellenico Evangelos Chrysos e dal Direttore della Sezione Italiana della Fondazione Ellenica di Cultura Aliki Kefalogianni.
Realizzata dalla Fondazione del Parlamento Greco nella ricorrenza dei trent’anni dalla morte della Callas e curata da Anna Enepekidou e Myrto Karakostanoglou, la mostra viene presentata a Trieste per la direzione di Adriano Dugulin, arricchita di alcuni materiali ‘triestini’, nel segno di una stretta collaborazione tra la Fondazione del Parlamento Greco, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, i triestini Civici Musei di Storia ed Arte e Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, la Sezione Italiana della Fondazione Ellenica di Cultura (che proprio a Trieste ha sede) e la Comunità Greco-Orientale di Trieste «Una indimenticabile cantante, un anniversario degno di essere onorato, una collaborazione europea e mediterranea di prestigio, un museo come pochi ce ne sono nel nostro Paese: quanti motivi per sottolineare l’importanza, internazionale, di questa mostra che ricorda Maria Callas a poco più di trent’anni dalla scomparsa», spiegano l’Assessore Greco ed il Direttore Dugulin nel presentare l’iniziativa.
La mostra ripercorre la carriera artistica della Callas, presentando tanto il periodo greco quanto quello internazionale della sua carriera. Il materiale, prevalentemente fotografico, proviene dagli archivi del Teatro alla Scala di Milano, del Teatro La Fenice di Venezia, dell’Arena di Verona, della EMI, dell’E.L.I.A., del Museo Maria Callas del Comune di Atene, della Metropolitan Opera House di New York e da collezioni private.
Il percorso fotografico è arricchito da materiali audiovisivi, da disegni di costumi e plastici di scena di Giannis Tsarouchis e Lila de Nobili, gentilmente concessi dalla Fondazione Giannis Tsarouchis. Vi sono inoltre opere di scultura moderna ispirate all’artista della scultrice Aspasia Papadoperaki.Una sezione della mostra, curata da Stefano Bianchi, è dedicata alle presenze triestine di Maria Callas, attraverso i materiali del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”: una Forza del destino nella primavera del 1948 al Politeama Rossetti, il concerto celebrativo per i centocinquant’anni del Teatro Verdi il 21 aprile del 1951 e, ancora al Verdi, un’indimenticabile Norma nell’autunno del 1953, documentata, tra l’altro, in una rarissima ripresa muta realizzata da Riccardo Gmeiner, al quale è intitolata la Mediateca dello “Schmidl”, a seguito della donazione dei suoi materiali audiovisivi da parte delle eredi.
Lo scorso martedì 26 agosto io e Marco siamo partiti da Firenze alla volta di Trieste. Solo l’idea di poter vedere un video della Callas nel 1953 , mi sollevava dall’idea di dover fare 800 km di macchina, ma ne e’ valsa la pena ed i risultati sono a disposizione di tutti voi!
In una vetrina erano esposti una serie di documenti interessantissimi articoli lettere che avevano per oggetto la partecipazione della cantante nella città triestina ed una serie di lettere spedite dalla Callas nel corso della sua vita alla pianista triestina Anna Maria UMEK. Purtroppo della recita della Forza Del Destino non era esposta nessuna immagine ma solo la locandina, lo stesso dicasi per il concerto del 1951, mentre numerose erano le immagini della Noma del 1953.Le recite del 19, 22, 23 e 29 Novembre 1953 aprivano la nuova stagione. Franco Corelli cantava il ruolo di Pollione ed Elena Nicolai Adalgisa. Oroveso era interpretato da Boris Christoff ed Antonino Votto dirigeva. La regia era di Livio Luzzato.
Il mensile “La Scala” riferiva: “Impressione profondissima nel folto pubblico… Merito soprattutto di Maria Meneghini Callas, Norma affascinante, che oltre ad affrontare con raffinata bravura ed impegno le esigenze vocali, direi quasi wagneriane, dell’ardua sua parte, vi ha impresso un’umanità ed una femminilità intense senza tuttavia venir meno alla purezza dello stile belliniano”.
“Norma diretta da Antonino Votto accolta con fervide acclamazioni. Se lo spartito di “Norma” non e’ negli archivi lo dobbiamo ai grandi privilegi vocali, alla straordinaria sensibilità stilistica e insomma alla facoltà artistica della signora Maria Meneghini Callas. Dopo la vigorosa interpretazione della “Medea” cherubiniana al “Maggio musicale fiorentino”, nessuna meraviglia che la signora Callas ritrovasse anche per “Norma” dovizia di accenti, potenza e larghezza insolite di respiro, varietà di timbri coloristici nella eccezionale ricchezza e splendore dei registri vocali. Ella si è mostrata mirabile soprano leggero nelle cadenze dei vocalizzi, suggestiva soprano lirico nella distensione della frase melodica, e soprano drammatico pieno di vitalità e vibrazione nel recitativo e nel declamato cantabile. Il suo canto e’ sempre spontaneo e fresco, carico di sentimento naturale; la sua voce è tra le più belle, luminose e dattiliche sia dato di ascoltare, e la chiarezza concisa dell’eloquio dimostra l’intelligenza musicale di questa artista interessante che riesce a rendere ogni nota intima mediatrice del linguaggio belliniano.
Preziosa collaboratrice è stata la signora Elena Nicolai a noi ritornata per ripresentarci con la conosciuta severità e signorilità di canto, la figura di Adalgisa. La signora Nicolai scioglie ed estende il suo canto con vivezza nell’articolazione della parola, con intima comprensione dell’impeto lirico e drammatico e tutto avvolge e riscalda con l’acutezza della sua musicalità la fiamma del suo senso artistico e la robusta compattezza sonora della sua voce. La continua oscillazione dei registri, la difficoltà della tessitura unite alla necessità di uno sviluppo vocale fluido e fortemente modellato nell’accento drammatico oltre che morbido e caldo nell’espressione melodica, costituiscono un duro pericoloso impegno per il tenore della “norma”, Franco Corelli un giovane cantante che dispone di eccellenti possibilità , ha sentito il richiamo della parte di Pollione ed ha corrisposto alle responsabilità che esso comportava. Con fraseggio bene plasmato e fervore di accento il tenore Corelli si è imposto già al primo atto, ed ha mostrato di saper usare i suoi mezzi vocali tanto nell’impetuosità della tensione drammatica che nella dolcezza del canto melodico.
L’accento solenne e autoritario e la tempra lucente e virile della voce, fanno di Boris Christoff un Oroveso di incontestabile autorità per bellezza e vigore di canto e dignità di scena. La Ronchino e il Botteghelli nelle parti marginale dell’opera hanno disimpegnato correttamente il loro incarico. Il coro si è presentato rinvigiovanito nelle sue parti e pertanto ha guadagnato di robustezza e colore. Ciò è risultato nel corale guerriero del quarto atto scandito con l’accento eroico che ha mostrato le esperte qualità direttoriali del maestro Adolfo Fanfani. Movimenti di scena, atteggiamenti e aggruppamenti, il rito druidico nella foresta e gli altri episodi scenici sono stati curati con proprietà e senso estetico dal regista Luzzato.
Serata inaugurale lieta, festosa e vibrante di consensi e fervida di espansione per gli interpreti della scena e per il direttore Votto accolto dopo un lungo e intenso applauso di saluto al principio dello spettacolo e dopo la scintillante, fulgida esecuzione della sinfonia d’apertura. La sala del Verdi coi palchetti, la platea, le gallerie e il loggione gremito di pubblico elegantissimo, con le balconate dei palchi tutte infiorate, presentava il gaio aspetto delle serate eccezionali. Pubblico imponente, che ha subito avvertito l’alta qualità dell’esecuzione belliniana, ma che si è lasciato conquistare dai valori canori gradualmente, concedendo con meditato e consapevole giudizio il suo applauso a ciascun interprete. E” stata la signora Callas a strappare la prima acclamazione e a stabilire il clima ardente di tutta la serata che è trascorsa tra continui entusiastici riconoscimenti registrati complessivamente con circa trentaquattro chiamate agli artisti suddivise tra i quattro atti alle quali vanno aggiunti gli applausi a scena aperta che sono stati moltissimi e cordialissime ed hanno impresso a questo spettacolo inaugurale un segno di felice auspicio”. V.F 20 novembre 1953
Si conferma dunque, alle soglie di quel dimagrimento spettacolare che avrebbe proiettato la cantante tutta intera nello star-system mondiale, la vera novità della Norma callassiana: un nuovo impressionante miscuglio di tragicità, di compostezza stilistica e di bravura. Esiste una registrazione non completa dell’opera dove l’interpretazione della Callas appare monumentale. La voce è massiccia e usata senza inibizioni. Il che produce diversi momenti eroici, l’eguaglianza della voce della Callas in ogni suo registro rispecchia la sua generosità interpretativa in questa occasione.
Ma la NOVITA’ ASSOLUTA è sicuramente il bellissimo filmato di Riccardo Gmeiner che potete vedere qui nella homepage ! A tale proposito ringrazio ringrazio Luis Carlos e Felipe per il prezioso aiuto nell’editare il video “Maria Callas, 30 anni dopo” , dal 4 luglio al 19 ottobre 2008, Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, Sala “Attilio Selva” – Palazzo Gpècevich, via Rossini, 4 Trieste. Orario di visita feriale 9-13, domenica 10-12. Informazioni: 040.6764294