Tra passione e rigore…Intervista al tenore Antonino Siragusa

Intervista al giovane tenore sicilano. Dalle tournees con Rita Pavone alla scoperta dell’opera che l’ha portato ad essere ai vertici della lirica in campo internazionale, fiero del proprio essere italiano.
Antonino due parole su di te: nato in Sicilia ma trapiantato a Trieste. Giusto?
Si, vero. Sono nato a Messina e sono arrivato a Trieste, per amore:mia moglie, anche se di origine napoletana, è cresciuta a Trieste e così ho eccomi qui, in questa bellissima città dove si vive benissimo
Sono riuscito a catturarti in partenza per…
….Monaco di Baviera dove debutterò scenicamente I Puritani con Edita Gruberova. E’ un’opera che ho già cantato in forma di concerto lo scorso anno a Bruxelles. In quella occasione non stavo benissimo, ero alle prese con una forte allergia. Adesso, che ho scoperto di essere allergico a tutti i tipi di fioriture, riuscendo però a trovare un’ottima cura omeopoatica, mi sento in condizioni ottimali per affrontarla al meglio.
In questo momento che tipo di tenore ti definisci?
Fino a due anni fa potevo rientrare tra i cosiddetti tenori “leggeri” o di “grazia”, adesso credo di potermi definire un tenore, “tendente al lirico”. La mia voce è più omogenea tra il registro grave e quello acuto, che mantiene inalterato smalto e squillo. Ho sempre fatto molta attenzione alla scelta dei ruoli. Se fino ad oggi ho cantato il Rossini “buffo”, adesso posso tranquillamente inoltrarmi in quello “serio”, a opere come Elisabetta, regina d’Inghilterra, La donna del lago e, quest’anno canterò l’Oreste dell’Ermione al Rof.
A proposito del Rof di Pesaro, William Matteuzzi mi diceva che dopo gli anni “d’oro” ora si stanno vivendo quelli “di piombo”. Tu, come la pensi?
Certamente sono d’accordo con William. Ci sono state delle stagioni uniche e irripetibili, culminante nello “storico Viaggio a Reims, dove c’erano tutti, veramente tutti i grandi belcantisti” di allora. Ora si sta vivendo una stagione diversa, credo sia anche cambiato il gusto del pubblico ma anche le vocalità. Un esempio: se in quegli anni andava un tenore con il “falsettone rinforzato”, come era William, o Chris Merritt, adesso invece c’è Florez che sostanzialmente canta “di petto”.
E tu come inserisci nel canto rossiniano attuale?
Senza false modestie credo di essere l’unico tenore italiano che porta la bandiera di Rossini in campo internazionale, anche se qui in Italia sembra che non lo sappia nessuno
Perchè?
Semplicemente perchè qui si è malati di “esterofilia”… Certa critica poi, trova sempre e comunque qulacosa da ridire su quello che canti: se affronti Bellini, leggi che non sei “belliniano”, canti Donizetti non sei “donizettiano”, e così via . Se dai retta a certi articoli dovresti andare a fare il “panettiere”, con tutto il rispetto per la categoria dei panificatori!
Sicuramente. Senti cosa ne pensi del “fashion system” che dilaga nell’opera?
Che dire. Ne convengo che bisogna mostrare una certa attenzione alla propria immagine. Anch’io, per quanto possibile, cerco di curare il mio “look”. Con la mia “pelatina” sono una sorta di “Bruce Willis dei poveri” ! Battute a parte, sono convinto di dover essere prima di tutto un cantante lirico e di dover trasmettere emozioni con la mia voce e non attraverso immagini patinate che mi presentatano “bello, biondo e con gli occhi azzurri”. Queste possono essere delle qualità aggiuntive, non primarie. Io sono un convinto assertore del rigore del canto, come disciplina che poi sfocia nell’emozione che devo trasmettere a pubblico.
Quali obiettivi artistici ti sei prefisso?
Negli ultimi anni il mio repertorio si è arricchito di nuove opere, nell’arco dei prossimi anni vorrei accostarmi al Verdi di Rigoletto o Traviata ma solamente se mi renderò conto che la mia voce risponderà alle esigenze di queste partiture. Sono io che mi devo adattare alla voce e non il contrario
Torniamo un momento ai Puritani che stai per cantare. Mi hai appena parlato del rigore delle tue scelte. Come sarà il tuo Arturo con qualche…”aggiustamento”?
Se fai riferimento al ” fa sovracuto” del finale, no, non eseguirò quella nota. Credo che l’unico a eseguirla in tempi moderni sia stato William! Io, come del resto Pavarotti e Kraus, eseguirò un “la bemolle” seguito dal “re bemolle”. Per il resto canterò tutta l’opera “in tono”. Non eseguendo una nota non penso che si possa definire un “aggiustamento” delle parte, no?
Certo. Ora Antonino tocca al mio…”senza trucco”. A bruciapelo: Un tuo pregio e un tuo difetto?
Credo di essere una “brava persona”, onesto e sincero. Un difetto? Sono piuttosto permaloso…forse molto!
Segno zodiacale?
Bilancia ascendente leone
Sei superstizioso?
Direi proprio di no
Cosa volevi fare da grande?
Non potevo avere un un destino diverso da quello che sto vivendo! La mia passione è sempre stata la musica. Ho iniziato come chitarrista e suonavo in varie formazioni. Ho anche accompagnato vari concerti di. Poi mi sono appassionato al canto e ho messo un po’ da parte la chitarra…
Al canto lirico?
No, cantavo musica leggera…
All’opera come sei arrivato?
In modo del tutto casuale. Se cantavo in feste di paese o matrimoni, nel mio repertorio c’era la famosa “Granada”. Un giorno, mio padre, sentendomi canticchiarla, mi ha invogliato a farmi sentire da un maestro di canto e così è stato. Sono andato da Antonio Bevacqua che è diventato il mio maestro e così è partito tutto. Non è stato assolutamente facile!
Perché?
Semplicemente perchè, soprattutto nel primo periodo di studio, riuscire a entrare nella tecnica, mettere in prtatica quello che ti viene spiegato o mostrato attraverso degli esempi ti sembra impossibile da realizzare. Ci vuole una gran costanza per raggiungere i primi risultati concreti!
Ricordi una delusione?
Più che delle delusioni vere e proprie ho avuto qualche incomprensione, ad esempio con il ROF di Pesa, ora pienamente appianate, visto che quest’anno ritorno a cantare Ermione
Ti sei mai pentito di qualche scelta artistica?
No, forse qualche incertezza. Mi venne offerto di cantare L’equivoco stravagante di Rossini, proprio a Pesaro. Ero tentato a non non poi l’ho fatto ed è stata una scelta vincente perchè , oltre a essere un’opera bella e divertente, mi ha portato fortuna. L’ho cantata in svariate occasioni e mi ha fatto conoscere a varie platee internazionali
Cosa ti manca di più nella vita di oggi?
Stare lontano dalla mia famiglia per lunghi periodi mi pesa e mi rattrista
Che importanza dai al denaro?
Molto poca. E’ un mezzo, non un fine
Un sogno nel cassetto?
Artisticamente, sogno La Boheme . Sono un passionale e quest’opera secondo me è la punta massima dell’emozione fatta musica, quella che ti scuote da dentro. Il finale di Bohème ti fa sempre venire il nodo alla gola. Non sei d’accordo?
Certo che si. Difficile rimanere distaccati, Puccini colpisce sempre!. Raccontami un tuo incubo?
L’incubo del francese. Quando ho debuttato La fille du regiment , ricordarmi tutte le parole, del canto ma soprattutto dei dialoghi mi hanno fatto vivere dei veri e propri momenti d’ansia
Quanto c’è in te di….”tenore”?
Credo nulla! Non ho nessuno degli “stereotipi del tenore”.Faccio una vita assolutamente normale! Non giro con sciarpe e smentisco anche….l’astinenza sessuale prima delle recite! Un falso…almeno per me!
Di cosa hai più paura?
Di smettere di cantare, non solo perchè posso perdere la voce, ma anche per la difficoltà sempre maggiori di portare avanti una carriera. Per un giovane, adesso come adesso è veramente dura, avviarsi a una carriera artistica,visto che lo è anche per chi, come me è sulle scene già da tempo
Cosa ti imbarazza di più?
Ti sembrerà strano ma provo un autentico senso di disagio a dover esibirmi in situazioni conviviali, tra amici, quando sei invitato a intonare qualche aria o canzone
La situazione più rilassante?
Prendere la chitarra e mettermi a suonare o cantare
La materia scolastica preferita?
Sicuramente le materie letterarie, ero assolutamente negato per la matematica
Le città che ami di più?
Berlino, Vienna, Trieste, la città dove vivo e, ovviamente, il calore, in tutti i sensi, della mia Sicilia. Non appena posso, scendo per ricaricarmi! Anche se vivo in una città di mare…beh, c’è mare e mare, no?
Certo che si….il colore preferito?
Il blu
Il fiore preferito?
La rosa
La vacanza ideale?
L’ho fatta qualche anno fa in in Sardegna, in un posto magnifico, a pochi metri dal mare! Fantastico!
Giorno o notte?
Sono un animale notturno…un po’ vampiresco
In effetti hai un po’ l’aspetto da…Nosferatu!
Eh si, la pelata è quella!
Il genere di film che ami di più?
Sono un convinto sostenitore del cinema italiano. Ho amato molto “Pane e tulipani”, “I cento passi”. Viva il cinema italiano! E non solo quello, anche i cantanti lirici italiani!
Il libro che ti è piaciuto di più…
Mi hanno appassionato molto Il codice da Vinci e Angeli e demoni di Dan Brown
Il tuo rapporto con il cibo?
Non potrebbe che essere buono…adoro la pasta!
E qual’è la pasta che ami di più?
La “mia” pasta…quella alla “Norma” che è con pomodoro, melanzane, basilico e la famosa ricotta salata. Un bomba calorica, ma ne vale la pena!
Dove si mangia peggio secondo te?
Contrariamente a quello che si può pensare, per me, dove capita di mangiar male abbastanza spesso è in Francia
Vino bianco o vino rosso?
Bianco
I tuoi cantanti preferiti?
Luciano Pavarotti, Alfredo Kraus, Giuseppe Di Stefano e Mirella Freni
Mi sembra una scelta che unisce tecnica e passionalità, la tua idea del cantante d’opera…
Vero, sapere unire la tecnica al cuore credo sia il traguardo da raggiungere!
Mi hai citato degli interpreti che, purtroppo, fanno ormai parte del passato. Tra le voci attuali?
Apprezzo molto Marcelo Alvarez e Roberto Alagna, anche se fanno delle scelte artistiche forse un po’ “spinte”.Juan Diego Florez, tanto di cappello! E’ veramente bravo! Michele Pertusi. Per me è il “gentiluomo del melodramma”, per l’eleganza del fraseggiare, così naturalmente nobile
A chi non conoscesse la tua voce cosa faresti ascoltare?
Un’aria dalla Fille du regiment magari quella del secondo atto che, secondo me è ben più difficile della prima, o da Il barbiere di Siviglia e, perchè no, dalla Cenerentola
Ti ricordi il primo disco che hai comperato?
Era un Barbiere di siviglia con Rockwell Blake con la famosa aria “Cessa, di più resistere” , una pagina che canto anch’io e, credemi, non pensavo di riuscirci! Adesso, guardandosi intorno, credo che siamo rimasti ben in pochi a cantarla.
Il tuo rapporto con la televisione…
Pressochè inesistente. Preferisco guardarmi un dvd. Giusto qualche sera con mia moglie ho guardato Bianco e Nero con Fabio Volo. Un film che fa piacevolmente riflettere sul problema dell’integrazione razziale.
Cosa fai un’ora prima di cantare?
I vocalizzi, quando mi è possibile cerco sempre di farli non a teatro, di modo di arrivare in camerino tranquillo a vestirmi, truccarmi in assoluta tranquillità.
E cosa non manca nel tuo camerino?
Una bottiglia da un litro e mezzo d’acqua e basta
Un tuo motto…
Non ne ho

Antonino Siragusa è nato a Messina, ha iniziato gli studi musicali nella sua città natale presso il Conservatorio “Arcangelo Corelli” sotto la guida di Antonio Bevacqua. Dopo aver vinto il primo premio assoluto al Concorso Internazionale “Giuseppe di Stefano” di Trapani, nel 1996 ha debuttato il ruolo di Don Ottavio nel Don Giovanni al Teatro Politeama di Lecce e quello di Nemorino nell’Elisir d’amore a Pistoia riscuotendo unanimi consensi da parte di pubblico e critica.
Da allora ha intrapreso una carriera internazionale che l’ha condotto in alcuni dei maggiori palcoscenici al mondo, fra i quali Teatro alla Scala, Metropolitan di New York, Wiener Staatsoper, Staatsoper e Deutsche Oper di Berlino, La Monnaie di Bruxelles, Teatro Real di Madrid, New National Theatre di Tokyo, Bayerische Staatsoper di Monaco, Teatro dell’Opera di Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Rossini Opera Festival in Pesaro, con un repertorio che annovera titoli quali Don Giovanni, Falstaff, L’italiana in Algeri, Gianni Schicchi, La sonnambula, Il barbiere di Siviglia, Semiramide, La Cenerentola, Oedipus Rex, L’lisir d’amore, Don Pasquale, Elisabetta, regina d’Inghilterra, L’equivoco stravagante, La gazzetta, Otello e Il viaggio a Reims.
Raffinato interprete rossiniano ed interprete ideale del Conte d’Almaviva (Il barbiere di Siviglia) ne ha fatto in breve tempo il suo ruolo d’elezione, interpretandolo in alcuni grandi teatri come la Wiener Staatsoper, la Staatsoper di Berlino, il New National Theatre di Tokyo, l’Opera di Amsterdam e Lussemburgo, il Teatro del Maggio Musicale, l’Opera Company di Philadelphia, il Teatro Lirico di Cagliari, il Teatro Comunale di Bologna e il Teatro Massimo di Palermo.
La stagione 07/08 lo ha visto interprete di Stabat Mater al Teatro Real in Madrid, Il cappello di Paglia di Firenze al Teatro Carlo Felice di Genova, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola e La Sonnambula alla Wiener Staatsoper, La Gazza Ladra al Bunka Kaikan di Tokyo, Elisabetta Regina d’Inghilterra alla Monnaie di Bruxelles e Il barbiere di Siviglia alla Staatsoper di Monaco. Ha debuttato inoltre a Parigi interpretando Don Ramiro nella Cenerentola alla Salle Pleyel con Cecilia Bartoli e l’Orchestra dell’Opernhaus di Zurigo diretta da Adam Fischer.
Il calendario dei suoi prossimi impegni annovera, fra le altre cose, I Puritani alla Staatsoper di Monaco, La Cenerentola a Tokyo e al Théâtre des Champs Elysées di Parigi, Il barbiere di Siviglia al Teatro San Carlo di Napoli e all’Opéra Bastille di Parigi, Ermione al Rossini Opera Festival, L’Italiana in Algeri e Tancredi al Teatro Regio di Torino. Foto Pietro Spagnoli