“ROBERTO DEVEREUX” o Il Conte di Essex
Tragedia lirica in tre atti di Salvatore Cammarano
Musica di Gaetano Donizetti
Elisabetta I NELLY MIRICIOIU
Duca di Nottingham PAOLO RUMETZ
Sara LAURA POLVERELLI
Roberto Devereux ROBERTO DE BIASIO
Lord Cecil SAVERIO BAMBI
Sir Gualtiero SLAVKO SEKULIC
Un paggio SEON YOUNG PAK
Orchestra e Coro del Teatro “G. Verdi” di Trieste
Direttore Bruno Campanella
M.o del coro Lorenzo Frantini
Regia Francesco Bellotto
Costumi Cristina Aceti
Scene David Walker
Pordenone, 30 maggio 2008
“L’opera fa parte della cosiddetta “Trilogia Tudor” che assieme ad Anna Bolena e Maria Stuarda narrano le vicende di personaggi della celebre dinastia anglosassone. Con esse Donizetti realizza una dei più elevati momenti musicali dell’800: eroine di elevata drammaticità, accumunate da uno spiccato gesto teatrale che ne fanno assieme a pochi altri titoli l’apoteosi della sua produzione. Dalla riscoperta dell’opera nel 1964 a Napoli ad opera della compianta Leyla Gencer, R. Devereux ha goduto di revival molto cospicuo ad opera di alcune soprano nel corso degli anni ’70 e ’80 (Caballé e Sills) capaci in forme e vie diverse di riproporre il ruolo di Elisabetta I (la protagonista, il titolo fu cambiato da Donizetti in quanto esisteva già un’opera eguale di Rossini) con accenti e sfaccettature divenute oggi storiche. Solo una cantante negli ultimi anni è riuscita nell’impresa: Nelly Miricioiu. La cantante inglese, ma romena d’origine, da alcuni anni sta portando nel mondo la sua elevata interpretazione di Elisabetta giocata su una recitazione intensa, spigolosa, ieratica e un canto magari non omogeneo in tutti i registri ma sicuramente vibrante, acceso, con accenti e colori che fanno di lei l’unica oggi in grado di affrontare questa terribile partitura. Ciò è avvenuto anche a Pordenone, dove il “Verdi” di Trieste a portato questa produzione nell’ambito del decentramento regionale. A fianco della Miricioiu abbiamo trovato la bravissima Laura Polverelli, Sara, inappuntabile nel rigore stilistico forse un po’ manierata nel temperamento e un discreto protagonista Roberto De Biasio, il quale con voce tipicamente lirica molto lineare ed affascinante vocalmente ma non particolarmente incisivo ne tantomeno colorito a cui va aggiunta una certa accomodatura dello spartito e non pochi tagli ne settore acuto. Note meno felici invece per il modestissimo comprimariato e rude ma sfasato ed approssimativo Duca di Paolo Rumetz. Bruno Campanella dirigeva con la solita precisione tipica padronanza di questo repertorio, peccato che fosse alla guida di una mediocre orchestra con parecchie falle soprattutto nei fiati. Spettacolo molto tradizionale, con scene costituite da sipari- tende che cambiavano a vista, bella visione, ed efficace. La regia puntava tutto sul personaggio di Elisabetta, ma è doveroso sottolineare che se non c’era un’attrice come la Miricioiu il contesto narrativo sarebbe stato molto routiniera.