Giacomo Meyerbeer (1791 – 1864):”Il Crociato in Egitto”

Melodramma eroico in due atti di Gaetano Rossi. Orchestra e Coro del Teatro La Fenice di Venezia, Emmanuel Villaume (direzione), Pier Luigi Pizzi (regia), Tiziano Mancini (regia televisiva), Michael Maniaci (Armando d’Orville), Patrizia Ciofi (Palmide), Marco Vinco (Aladino), Laura Polverelli (Felicia), Fernando Portari (Adriano di Monfort), Iorio Zennaro (Osmino), Silvia Pasini (Alma), Luca Favaron (primo schiavo), Emanuele Pedrini (primo schiavo), Stefano Gibellato (fortepiano). Registrazione: Teatro La Fenice, Venezia, gennaio 2007. 2 DVD CDS 33549

Un Giacomo Meyerbeer in “salsa Rossini” quello che si ascolta in questo “Crociato in Egitto scritto dal compositore tedesco, ma italiano per passione, per la Teatro “La Fenice” di Venezia nel 1822.Aldilà del libretto italiano, Meyerbeer ci propone un susseguirsi di arie, cabalette, duetti, scene d’insieme nel più puro stile “belcantista”, con chiari riferimente al Rossini “serio”. Una partitura complessa, per dimensioni ( oltre un’ora e mezza il solo primo atto, come avveniva del resto anche per la maggior parte delle opere del pesarese) e difficoltà vocali che rappresentano un ostacolo non secondario per mettere in scena quest’opera. L’edizione che ci propone in dvd la Dynamic è stata realizzata nel corso della ripresa dell’opera alla Fenice di Venezia nel gennaio del 2007. Questo è uno di quei casi in cui la ripresa video ci guadagna. La voce del sopranista Michael Maniaci chiamato a sostenere il ruolo di Armando d’Orville (scritto da Meyerbeer per il “castrato” Giovanni Battista Velluti ) appare assai meno limitato nel volume di come non appariva in teatro. Ci guadagnano anche Patrizia Ciofi (Palmide), Marco Vinco (Aladino), Laura Polverelli (Felicia) e Fernando Portari (Adriano di Monfort) impegnati non poco a salvarsi in modo decoroso dalle continue difficolta tecniche dei rispettivi ruoli. Dirige in modo piuttosto anonimo Emmanuel Villaume mentre Pier Luigi Pizzi ci propone un allestimento da “routine di lusso” (ma pur sempre routine) e una regia che, in realtà, non esiste.