Firenze, Teatro Comunale, 71° Maggio Musicale Fiorentino
“CARMEN”
Opéra-Comique in quattro atti di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, tratta dalla novella di Prosper Mérimée
Musica di Georges Bizet
Don Josè CARL TANNER
Escamillo ILDEBRANDO D’ARCANGELO
Le Dancaire ALESSANDRO BATTIATO
Le Remendado CARLO BOSI
Moralès ENRICO MARRUCCI
Zuniga MAURIZIO LO PICCOLO
Andrès LEONARDO MELANI
Carmen ELENA MAXIMOVA
Micaela SERENA DAOLIO
Frasquita GEMMA BERTAGNOLLI
Mercédès BRACHA KOL
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
I Ragazzi Cantori di Firenze diretti da Marisol Carballo
Direttore Zubin Mehta
M.o del coro Piero Monti
Regia Carlos Saura
Scene Laura Martinez
Costumi Pedro Moreno
Firenze, 8 maggio 2008
Il 71° MMF è intitolato “Donne Contro” nel progetto di caratterizzare ogni anno un tema parallelo alle proposte musicali. Carmen, di Bizet, non poteva certo mancare in un contesto così forte quale caratterizzazione di donna libera, forse sfrontata, ma decisamente indipendente e padrona di se. L’opera apre la manifestazione 2008 in un nuovo allestimento di Carlos Saura, che ci lascia piuttosto perplessi per la semplicità e la banalità di scene-pannelli girevoli, ma ancor più per la poca caratterizzazione dei personaggi, lo staticismo dei movimenti l’essenzialità del contorno. L’ottima orchestra fiorentina sotto la bacchetta di Zubin Mehta si comporta come da copione, benissimo, semmai è il direttore, dopo dei travolgenti o sensuali preludi, a scegliere una marcia ridotta nella narrazione con tempi molto dilatati, ma pur sempre preciso, puntuale e raffinato. Una scelta dettata per incalzare i cantanti?.. Mah! Difficile saperlo. Nel cast nessuna luce splendente, neppure un fuoriclasse come d’Arcangelo pareva un po’ intimorito, pur sempre con il meraviglioso contributo vocale, esibendosi forse in una parte che non lo galvanizza sufficientemente. La protagonista, Elena Maximova, sfoderava una voce molto interessante dal registro omogeneo e scorrevole, mancava purtroppo nella sensualità che di Carmen è l’essenziale. Di onesta ruotine il Don Josè di Carl Tanner, al quale bisogna anche appuntare una pronuncia al limite dell’udibile, e poco entusiasmo anche dalla spigolosa Micaela di Serena Daolio, il cui settore acuto è molto “arrangiato” e stridulo. Buono lo stuolo dei comprimari, poco efficaci le danze rese a livello di coreografico da pochi elementi, ottimo il coro. Applausi cordiali per i cantanti, incandescenti per Mehta