Un ritratto del soprano Eva Mei. Il mio primo incontro con il soprano EVA MEI non è stato assolutamente canonico, ossia dietro le quinte di un teatro, ma in una situazione decisamente inusuale in ambito lirico. Ho incrociato la brava cantante mentre con grande energia sgambettava su un ‘cross trainer’ in palestra. Mi sono chiesto come riuscisse ad essere così energica nell’eseguire l’esercizio e contemporaneamente leggere un libro. Aldilà di questo dettaglio, diciamo di ‘colore’, di Eva colpisce la timidezza, una certa apparente ritrosia che si trasforma in spontaneità e simpatia non appena inizi a conversare.
Vai ancora in palestra?
Si. Nel residence dove alloggio qui a Torino c’ uno spazio con un po’ di attrezzi e macchine. Quando faccio gli addominali…ti penso! Ho già perso qualche centimetro!
Grazie del pensiero… Non mi sembra che ne hai un gran bisogno, sei in ottima forma, hai un piglio da sportiva…
Ho sempre praticato vari sport, fin da ragazzina, adesso con gli impegni di lavoro è tutto molto più difficili, ma cerco almeno di fare
Palestra, visto che, se fosse per me mangerei tutto il giorno!
Sei una mangiona? Non si direbbe proprio…Cosa ami di più?
Da brava toscana amo le carni…la fiorentina!
A Torino per “elisir d’amore”. Adina per te è una “passeggiata”…
Non direi proprio, è un ruolo che devi costruire con molta attenzione, soprattutto quando arrivi all’aria del secondo, “Prendi per me sei libero” che arriva subito dopo la una pagina come la “furtiva lagrima”.
Mi sembri una cantante molto attenta a quello che interpreti, ti sei mai lanciata in qualche sfida?
Quando ho cantato “Thais” di Massenet per me è stata una sfida dalla quale sono uscita direi positivamente.
Ma hai qualche sogno nel cassetto, un ruolo al quale vorresti arrivare?
D’istinto ti posso dire “Norma”, un ruolo “feticcio” per molte cantanti,ma adesso rimane tale, un punto d’arrivo senza nessuna scadenza. Frattanto vado avanti per la mia strada cantando le opere che mi sono più congeniali.
Nel tuo repertorio hai già “Traviata”, un’altra opera “simbolo” per i soprani..
Si, certo, ma Violetta è un’altra cosa. E’ un ruolo incredibilmente umano, a differenza di Norma che ha quella dimensione metafisica che è la più difficile da rendere, sa sul piano vocale che intepretativo.
In “Traviata” qual è il momento per te più difficile o nel quale metti più attenzione?
Il duetto con Germont nel secondo atto, non vocalmente, ma nell’interpretazione. Faccio molta attenzione a non scivolare in effetti teatrali che possono intaccare la linea vocale.
Nel tuo repertorio c’è molto Mozart. Sei una delle poche cantanti italiane che ha fartto di questo autore un un punto di forza..
Certamente Mozart è un punto fermo del mio repertorio. Se non sono opere, nei concerti inserisco sempre pagine mozartiane.E’ un autore con il quale amo confrontarmi sempre. Per me una sorta di esame per la vocalità e stile.
Se non conoscessi nulla di te e ti chiedessi di farmi ascoltare qualcosa, cosa mi faresti sentire?
“Ah! non credea mirarti” da “La Sonnambula”.
Che rapporto hai con la critica?
Evito il più possibile di leggerle, positive e negative che siano. Sono molto autocritica e mi rendo perfettamente conto quando ho cantato bene o no.
Eva la tua è una carriera molto poco italiana. Canti molto di più all’estero…
In effetti, la mia carriera ha avuto un avvio decisivo fuori Italia, grazie alla presenza di grandi direttori d’orchestra,quali Nikolaus Harnoncourt e Wolfgang Sawallisch che mi hanno fortemente voluta in molti teatri soprattutto dell’area tedesca.
Infatti, in particolare il tuo nome è molto presente nel cartellone dell’Opera di Zurigo. Ma come ti trovi con gli allestimenti diciamo “originali” che si vedono in molti di quei teatri?
Mamma mia! Hai toccato una nota tristissima. Per farti un esempio: in queste settimane è uscita un’edizione video de “La finta giardiniera” di Mozart, registrata proprio a Zurigo. Beh,è stata una pena. Abbiamo lavorato per settimane intere sull’atto primo e non se ne veniva fuori!
Solita incompetenza registica, immagino…
Infatti. Spesso ci sono registi che con l’opera non hanno nulla da spartire e “creano” delle situazioni teatrali solamente contorte e senza un nesso con la musica con quello che canti.Anche a Salisburgo, l’anno mozartiano è stato contrassegnato da allestimenti a mio parere, assurdi!
Il problema delle regie d’opera è certamente molto dibattuto…
Di certo, è una questione quanto mai annosa. Io sono convinta che è dal teatro di prosa che possono venire le idee più interessanti, anche se il linguaggio è diverso e meno complesso. Ho appena visto “Fahrenheit 451” con la regia di Luca Ronconi. Sono rimasta letteralmente annichilita dalla bellezza e intensità di questo spettacolo. Mi sono chiesta perché, è così raro nell’opera, arrivare a un tale grado di completezza espressiva.
Cambiamo argomento. Parliamo di libri. Se non sbaglio è una tua passione leggere…
Certamente! Sono stata fortunata ad arrivare a Torino nel pieno della fiera del libro. Mi sono fatta la scorta di libri!
Cosa stai leggendo adesso?
Sto per per terminare “Il pendolo di Foucault” di Eco.E’ un autore che amo da sempre. “Il nome della rosa” è forse il libro che amo di più in assoluto.
Al cinema ci vai?
Beh, se ti dico che l’ultimo volta che sono entrata in un cinema è stato per “Amadeus”, si capisce che sono rimasta un po’ indietro. Guardo il cinema in tv o in dvd. C’è un film che mi è piaciuto moltissimo, “Stanno tutti bene” di Giuseppe Tornatore. Un viaggio commovente nella memoria. Lo consiglio, anche se non è recente.
Parliamo di vacanze. A quando risale il tuo ultimo viaggio di piacere?
Sono passati più di due mesi ormai! Sono andata in Sudafrica.
Come mai proprio lì?
Ho il fidanzato sudafricano…
Proprio comodo…
Direi proprio. Se pensi che una volta ho fatto la follia di prendere un volo, stare con lui due ore, e poi ripartire.
Se questo non è amore! Senti, visto che stiamo parlando di sentimenti. Qual è la tua visione sulla questione “Dico”?
Lo Stato dovrebbe tutelare ogni tipo di unione e da parte della Chiesa ci vorrebbe un atteggiamento, meno oscurantista, più vicino alla società reale, capire perché le famiglie sono in crisi. Quanti divorzi ci sono?…Una marea! Non certamente per colpa dei gay o di chi vuole convivere! Serve un deciso cambiamento di rotta. Non si lamentino se la gente non va più in Chiesa !
Parliamo d’altro, se no ci arrabbiamo e basta!….Il viaggio che vorresti fare?
Vorrei andare in Nepal, un viaggio avventuroso alle pendici dell’Himalaya! Che sogno!
Qui in Italia quali sono le città che ami di più?
Mi affascinano due estremi: Torino e Palermo!
Chi o cosa t’imbarazza o spaventa?
In assoluto l’ignoranza, nel senso più “alto” del termine.
Se non avessi fatto la cantante?
Sarei in una grande casa di campagna, piena di cani, a coltivare le vigne.
Cosa fai un’ora prima di entrare in scena?
Nulla di strano.Vocalizzo e rimango da sola, concentrata per almeno mezzora.
Cosa non manca mai nel tuo camerino?
Le gomme da masticare. Ti dirò, spesso mastico anche mentre canto. Con tutti i rischi del caso! Una volta, mentre vocalizzavo nel “Il ratto dal serraglio” zac!…Ne ho ingoiata una!..Non è molto carino, lo so, forse mi aiuta a scaricare la tensione!
A cosa non sai rinunciare?
A un bel piatto di carne… Non me ne vogliano i vegetariani!
Senti, perdonami la banalità (mi odieranno i melomani, perché faccio domande sceme!) ma hai un ottimo profumo, cos’è?
Si chiama “eau du soir”. E’ un profumo che viene prodotto in tiratura limita. Ha la caratteristica di essere assolutamente naturale. Quando lo metti rimane tale e quale, non come gli altri profumi che sono integrati chimicamente e quindi, almeno su di me, lasciano il gusto di saponetta.
Profumo quasi esclusivo… Un tocco di divismo?
Dici? Vabbè, dai…. concedetemelo!
Il soprano EVA MEI è nata a Fabriano, si diplomata nel 1989, con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’Onore, al Conservatorio «Luigi Cherubini» di Firenze. Nel 1990 ottiene il premio “Catarina Cavalieri” al concorso “Mozart” di Vienna per la sua interpretazione del ruolo di Konstanze in Die Entführung aus dem Serail, cui fa seguito il debutto alla Wiener Staatsoper. Tra le sue interpretazioni più importanti ricordiamo Don Giovanni, Die Entführung aus dem Serail, Die Zauberflöte, Mitridate, Re di Ponto, La traviata, Don Pasquale, Norma (Adalgisa), Tancredi, La fille du régiment, La cambiale di matrimonio, Il matrimonio segreto di Cimarosa, L’occasione fa il ladro, Orfeo ed Euridice di Haydn, Des Teufels Lustschloss di Schubert, La sonnambula, L’elisir d’amore, Gianni Schicchi, Falstaff, Il re pastore, Il turco in Italia, Il trionfo del Tempo e del Disinganno di Händel, Turandot (Liù), Il viaggio a Reims, Dinorah, Le nozze di Figaro, Un giorno di regno, Il barbiere di Siviglia e Der Schauspieldirektor, Der lustige Krieg di Johann Strauss.
Molto intensa la sua attività concertistica che l’ha vista impegnata, fra l’altro, nella Missa Solemnis di Beethoven al Festival di Salisburgo, nella Resurrezione di Händel al Teatro alla Scala, nella Petite Messe Solennelle di Rossini, in Paradiso e la Peri, nella Messa di S. Cecilia di Haydn e nel Requiem di Mozart diretta da Chung all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, nella Nelson Messe di Haydn al Teatro Comunale di Bologna, nella IX Sinfonia di Beethoven al Wiener Konzerthaus, in Christus am Ölberg di Beethoven con l’Orchestre de Paris, nello Stabat Mater di Rossini a Barcellona, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e in tour a Londra, nella Krönungsmesse di Mozart, nella Messa in fa min. di Bruckner con la Chicago Symphony Orchestra, nelle Faust Szenen di Schumann diretta da Sawallisch a Monaco di Baviera, nella Messa da Requiem di Verdi a Zurigo, nella Petite Messe Solennelle a Roma, nei Vier lette Lieder a Vienna, nella IX Sinfonia di Beethoven a Parigi e a Peralada, nel Requiem di Verdi a Vienna, nella Zaide a Colonia e Vienna.
La discografia di Eva Mei comprende Don Pasquale, I Capuleti e I Montecchi e Tancredi con la direzione di Roberto Abbado; due recital di arie di Bellini, Rossini e Donizetti per Bmg; Il re pastore di Mozart con la direzione di Nikolaus Harnoncourt; le Kleine Messen KV 65, KV 109 e KV 275 di Mozart; la Missa Solemnis di Beethoven; lo Stabat Mater di Pergolesi con la direzione di Nikolaus Harnoncourt per la Teldec; Cantate di Haendel con l’orchestra “Il Giardino Armonico” per la Teldec; Requiem di Verdi con i Wiener Philharmoniker diretti dal M° Harnoncourt (BMG); Carmen diretta dal M° Chung (Philips). Ha al suo attivo, inoltre, una vasta produzione di DVD, fra i quali segnaliamo La Traviata diretta dal M° Welser-Möst, Le Nozze di Figaro dirette dal M° Harnoncourt, La Sonnambula diretta dal M° Oren, Don Pasquale diretto dal M° Korsten, Thaïs di Massenet diretta dal M° Viotti, Alfonso und Estella di Shubert diretta dal M° Korsten, La Clemenza di Tito diretta dal M° Welser-Möst e La Finta Giardiniera di Mozart diretta dal M° Harnoncourt.