New York, Metropolitan Opera, Stagione Lirica 2012/2013
“FRANCESCA DA RIMINI”
Opera in quattro atti di Tito Ricordi, tratta da Gabriele d’Annunzio, ispirata all’Inferno di Dante.
Musica di Riccardo Zandonai
Francesca EVA-MARIA WESTBROEK
Paolo MARCELLO GIORDANI
Giovanni, detto Gianciotto MARK DELAVAN
Malatestino ROBERT BRUBAKER
Samaritana DINA KUZNETSOVA
Simonetto JOHN MOORE
Smaragdi GINGER COSTA-JACKSON
Ostasio PHILIP HORST
Berlingerio STEPHEN GAERTNER
Biancofiore DISELLA LÀRUSDÓTTIR
Garsenda CAITLIN LYNCH
Altichiara PATRICIA RISLEY
Adonella MARY ANN McCORMICK
Ser Toldo KEITH JAMESON
Un Arciere HUGO VERA
Un Prigioniero DUSTIN LUCAS
Violoncello solista JERRY GROSSMAN
Orchestra e Coro del Metropolitan Opera
Direttore d’orchestra Marco Armiliato
Maestro del Coro Donald Palumbo
Produzione originale di Piero Faggioni
Regia David Kneuss
Scenografie Ezio Frigerio
Costumi Franca Squarciapino
Luci Gil Wechsler
Coreografie Donald Mahler
New York City, 9 Marzo 2013
Una nota del programma del Metropolitan per il revival della Francesca da Rimini di Zandonai fa notare che “Quando l’attuale splendida, produzione di Piero Faggioni ha debuttato [al Met] nel 1984 — con Renata Scotto e Plácido Domingo come protagonisti — è stato un grande successo, che ha portato a riconsiderare il lavore stesso.” Tale riconsiderazione non è stata sufficiente, sembra, a garantire una programmazione più frequente di quest’opera nel cartellone del Teatro: dopo solo poche performance durante la stagione successiva, Francesca non si è vista sul palco del Met per quasi tre decenni, fino a questa ripresa.
Quest’opera non ha mai pienamente conquistato i melomani degli Stati Uniti, pur essendo più che mai meritevole di attenzione. Il Met va lodato per aver nuovamente dato al suo pubblico la rara opportunità di riascoltare questa musica. Ci poniamo però alcune domande: perché ora? Perché con questo cast? E ancora perché questo revival è stato scelto per essere trasmesso in diretta in HD (per poi essere pubblicato in DVD), quando il Met ha già pubblicato una registrazione di grande valore artistico tratta dalla edizione del 1984, con due dei più acclamati interpreti di quei ruoli?
Non è giusto confrontare gli attuali protagonisti, Eva-Maria Westbroek e Marcello Giordani, con la Scotto e Domingo sul piano artistico e men che meno su quello commerciale. Chi, di grazia, dovrebbe preferire il DVD in uscita alla versione precedente? I fanatici di Zandonai che devono possedere ogni singola registrazione della musica del compositore o gli appassionati di tecnologia che insistono sul fatto che un lavoro di ripresa e una qualità del suono superiori vadano oltre qualsiasi considerazione artistica?
Fino a non molto tempo fa, Giordani poteva sembrare un interprete ideale per il ruolo di Paolo, ma a tutt’oggi, alla luce delle sue recenti apparizioni s New York, in particolare nel ruolo di Enée in Les Troyens di Berlioz al Met, ci sono molti dubbi. Un decennio fa, Giordani aveva cantato il Benvenuto Cellini dello stesso Berlioz sempre al Met con un’eccellente dizione francese e potenza vocale, anche se piuttosto carente di un certo grado di finezza. Con quello stesso spirito si è lanciato, fallendo, nell’ Enée, emettendo certamente dei suoni ben udibili, ma per nulla gradevoli, forzati e faticosi. Dopo qualche recita, Giordani ha cancellato, non solo le recite ma anche il personaggio dal suo attuale repertorio, aprendo così la strada al tenore americano Bryan Hymel che ha così debuttato con successo al Met. (Ho assistito a due esibizioni di Giordani, oltre al debutto di Hymel che è anche apparso nella diretta in HD che verrà presto pubblicata in DVD.)
C’era dunque molta attesa al ritorno di Marcello Giordani in questa Francesca che lo vedeva debuttare come Paolo. Certamente questo è un ruolo meno impegnativo e complesso, di conseguenza il tenore siciliano è parso, oltre che in migliori condizioni vocali, più a suo agio nel ruolo che, in ogni caso è rimasto su un piano di semplice correttezza. Giordano si è mostrato musicalmente poco ispirato e anche poco convincente sul piano drammatico-interpretativo.
Il soprano olandese Eva-Maria Westbroek, è conosciuta presso il pubblico di New York in primo luogo per la sua Sieglinde, e dato che la partitura di Zandonai rivela delle chiare influenze wagneriane, uno si sarebbe aspettato che quest’artista di grande fascino scenico, avesse potuto brillare in questo ruolo. Zandonai in ogni caso non è Wagner e la Westbroek non è realmente adatta a questa musica non riuscendo a conferire a Francesca il fraseggio, i colori, ma anche lo slancio che richiederebbe.
Fortunatamente, il resto del cast ha fornito delle prove convincenti. Nel cupo ruolo di Gianciotto, il brutale marito di Francesca, il baritono americano Mark Delavan ha miscelato ad arte la forza col sentimento, fino a commuovere sorprendentemente lo spettatore quando la moglie lo rifiuta. L’infido Malatestino, ha trovato un altrettanto convincente interprete nel tenore americano Robert Brubaker che ha cantato con spavalda sicurezza e agilità fisica. Complessivamente adeguata anche la concertazione di Marco Armiliato che ha mostrato una grande attenzione alla ricchezza coloristica dell’orchestrazione di Zandonai, per quanto si sia rivelato più efficace nei passaggi più magniloquenti (la scena dell’assedio nel secondo atto).
Le maestose scenografie di Ezio Frigerio e i fastosi costumi di gusto preraffaellita di Franca Squarciapino colpiscono ancor più di quelli di trent’anni fa, anche grazie alle splendide luci di Gil Wechsler.
La produzione di Faggioni è stata ora affidata alla regia di David Kneuss, che si presenta con movimenti enfatici che appaiono assolutamente datati e inadatti sia allo schermo cinematografico della diretta che allo schermo casalingo del fruitore del DVD. Nel finale dell’opera, quando Paolo tenta di fuggire, la scena è parsa incerta, impacciata. Ancora una volta, in conclusione, ci chiediamo cosa spinge il Met a commercializzare la registrazione di questa Francesca. Foto Marty Sohl/ Metropolitan Opera